Canada

Bandiere del Pride allo YCDSB,
arriva l’ingerenza
dei deputati federali

TORONTO – L’assetto costituzionale del Canada si basa su un delicato equilibrio di divisione e condivisione di poteri e prerogative tra il governo federale, quello provinciale e gli enti locali. In questo complesso artefatto istituzionale ogni ingranaggio ha la sua funzione specificata, ogni tassello ha limiti ben precisi per evitare sovrapposizioni, malfunzionamenti e ingerenze. Ognuno ha il suo ruolo e allo stesso tempo ha l’obbligo, il dovere, il mandato specifico di rispettare le funzioni delle altre componenti.

Nella controversa vicenda della bandiera del Pride nel provveditorato cattolico della York Region continuiamo ad assistere a invasioni di campo, pericolose intromissioni, fastidiose intrusioni che non fanno altro che aggiungere veleni in un clima già di per sé infuocato. L’ultima, in ordine di tempo, è una lettera aperta firmata da sette deputati federali del Partito Liberale che pubblicamente condannano la decisione, assunta questa settimana durante un meeting dello York Catholic District School Board, di non issare la bandiera del Pride a giugno, il mese dedicato all’orgoglio lgbtqia2s+.

Una missiva, quella firmata dai sette parlamentari, che evidentemente calpesta una decisione assunta legittimamente seguendo le regole procedurali previste dalle norme in vigore. Senza entrare nel merito – e lo abbiamo fatto abbondantemente in questi giorni – la missiva rappresenta un precedente molto pericoloso, perché costituisce un’invasione di campo di un livello di governo che non ha alcuna prerogativa in questo settore.

“Questa settimana – si legge nella lettera firmata da Mary Ng, Francesco Sorbara, Paul Chiang, Tony Van Bynen, Helena Jaczek, Majid Jowhari e Leah Taylor Roy – segna l’inizio della stagione del Pride, un tempo per riaffermare il nostro sostegno i membri lgbtqia2s+ e per parlare contro la discriminazione. Siamo delusi per il fatto che lo YCDSB abbia deciso di non issare la bandiera del Pride durante un periodo dell’anno così significativo. Tutti gli studenti si meritano di essere rispettati, accettati e sicuri nelle loro scuole a prescidere da come si identificano”.

Un atto d’accusa, che parte dall’assunto discutibile che i diritti della comunità lgbtqia2s+ possano davvero essere difesi da una semplice bandiera e non da politiche concrete e specifiche per tutelare tutti gli studenti contro l’intolleranza e la discriminazione: le scuole, pubbliche e private, hanno già questo mandato, imposto dai regolamenti e dalle leggi.

I deputati dovrebbero svolgere il loro ruolo senza andare a calpestare i piedi di altri rappresentanti delle istituzioni. La prossima ingerenza dei federali dove la troveremo? In consiglio comunale, in una riunione di quartiere, in un’assemblea condominiale? Per chiarimenti abbiamo cercato di metterci in contatto con Sorbara. Al momento in cui andiamo in stampa non abbiamo ricevuto risposte.

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