Canada

Canada nel mirino: diventano attivi i dazi americani su legname e mobili

TORONTO – Chi immaginava una veloce de-escalation nella guerra commerciale tra Canada e Usa dovrà ricredersi, ancora una volta. Da ieri, infatti, nonostante il pressing di Ottawa su Washington per smorzare le tensioni, sono entrati in vigore i nuovi dazi doganali voluta dalla Casa Bianca sul legname e sui mobili. Sul primo, già gravato da una sovrattassa del 25 per cento attivata nei mesi scorsi, è stata aggiunta una tariffa aggiuntiva del 25 per cento, mentre per quanto riguarda il secondo siamo di fronte a un balzello nuovo di zecca, che colpisce direttamente i fornitori canadesi che esportano negli Stati Uniti.

Ora resta da capire quali saranno i danni concreti prodotti da queste due ennesimi iniziative della strategia protezionistica del presidente americano Donald Trump. Al momento, grazie alla protezione fornita dal trattato Cusma, circa l’85 per cento dei prodotti canadesi può entrare nel mercato americano senza dover pagare alcun costo aggiuntivo. Ma ci sono almeno tre settori che stanno pagando a duro prezzo le tariffe attivate dall’inquilino della Casa Bianca: si tratta del settore dell’acciaio, di quello dell’alluminio e quello automobilistico. Calo della produzione di fronte al crollo della domanda, licenziamenti e casse integrazioni, aziende sull’orlo del lastrico sono i principali effetti che hanno colpito questi tre settori strategici del nostro tessuto produttivo.

Ieri il B.C. Lumber Trade Council – associazione di categoria della British Columbia, la provincia più colpita – ha dichiarato che, con i produttori canadesi che già devono affrontare dazi antidumping e compensativi di poco superiori al 35 per cento, “il legname di conifere canadesi che entra negli Stati Uniti vedrà ora le tasse di importazione totali superiori al 45 per centyo”. Una percentuale talmente alta che rende il legname canadese poco competitivo nel riccomercato statunitense.

La tariffa sui mobili da cucina è invece destinata a salire al 50 per cento nel nuovo anno, mentre la tariffa su altri prodotti imbottiti in legno salirà al 30 per cento il 1° gennaio. Di conseguenza i prezzi sono destinati a lievitare, costringendo o quasi i consumatori americani a rivolgersi verso altri prodotti assemblati in loco, che poi è il vero obiettivo dell’intera strategia introdotta da Trump sin dall’inizio del suo secondo mandato presidenziale.

I dazi arrivano a seguito di un rapporto del segretario al commercio degli Stati Uniti Howard Lutnick che, secondo Trump, ha scoperto che i prodotti in legno venivano importati negli Stati Uniti “in quantità e in circostanze tali da minacciare di compromettere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. Ed è proprio dello della sicurezza nazionale il cavillo sul quale il presidente americano si è aggrappato per attivare i dazi anche sugli altri prodotti.

Il British Columbia Lumber Trade Council ha definito le nuove tariffe “fuorvianti e inutili”. Il Canadian Forest Product Sector ha rincarato la dose, e ha affermato che la mossa di Trump “è ingiustificata e ignora decenni di prove e cooperazione che confermano che i prodotti forestali canadesi rafforzano, piuttosto che minacciare, la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.

Gli Stati Uniti hanno a lungo accusato il settore canadese del legname di conifere di violare le norme antidumping, inondando un mercato con prodotti più economici e sovvenzionati per interrompere un’industria nazionale.

Il mese scorso il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha annunciato l’intenzione di triplicare i dazi sul legname di conifere canadesi a poco più del 20%.

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