Canada

Base delusa, caucus diviso:
Trudeau avanti
per la sua strada

TORONTO – Justin Trudeau è intenzionato a rimanere alla guida del Partito Liberale fino al prossimo voto federale. La base grit è delusa, il gruppo parlamentare è diviso, il peso della crisi abitativa, dell’inflazione, dei tassi alle stelle alimenta il malcontento strisciante nell’elettorato canadese: nonostante questo, il primo ministro va avanti per la sua strada, convinto di poter raddrizzare il trend catastrofico dei sondaggi degli ultimi dodici mesi e di poter, allo stesso tempo, arrivare alla sfida elettorale del 2025 con reali chance di vittoria.

Negli ultimi giorni le difficoltà per Trudeau sono emerse in tutta la loro dirompenza con i sondaggi interni in mano al gruppo dirigente liberale che dipingono uno scenario desolante in termini di consenso e popolarità del leader grit, con l’elettorato che avrebbe sostanzialmente perso ogni forma di fiducia nelle sfide più gravose, dall’economia al costo della vita, passando per l’ambiente, la sanità e i rapporti internazionali.

Una bocciatura netta per Trudeau, che sembra aver perso per strada quell’appeal politico che lo ha portato alla vittoria nel 2015 e nelle due successive tornate elettorali. Allo stesso tempo, la lettera firmata da 33 deputati – 23 dei quali liberali – nella quale si chiede un cambio di marcia nella politica estera e, in particolare, nell’atteggiamento del Canada nei confronti del conflitto in Medioriente rappresenta un vero e proprio atto di sfida verso il leader liberale.

Ma da dove arriva la fiducia di Trudeau in vista delle elezioni in programma nell’autunno del 2025? Il primo ministro, in primo luogo, scommette sulla ripresa economica del Paese. Le “cassandre” che per tutto il 2023 hanno predetto la recessione economica sono state clamorosamente smentite dai fatti: il Canada, infatti, ha registrato un rallentamento nella crescita economica, ma non ha vissuto una battuta d’arresto come invece era stato previsto da numerosi economisti.

Per quanto riguarda le previsioni future, sta crescendo il consenso di una rinnovata crescita per tutto il 2024 di buona parte dei comparti produttivi del nostro Paese.

Un ulteriore elemento di ottimismo arriva dai dati dell’inflazione, che dopo quasi due anni sta ritornando sotto controllo e con questo nei prossimi mesi dovrebbe arrivare il progressivo abbassamento dei tassi d’interesse, fermi ora al 5 per cento (record egli ultimi 22 anni).

Basterà tutto questo per invertire la tendenza nelle intenzioni di voto ed arrivare alle urne con qualche chance di riconferma? In questo momento è molto difficile fare previsioni, anche perché dopo otto anni di governo appare quasi fisiologica la voglia di cambiamento dell’elettorato alla guida del Paese.

Nella storia del nostro Paese solamente due primi ministri sono riusciti a vincere quattro elezioni consecutive: John A. Macdonald e Wilfrid Laurier oltre cent’anni fa. Insomma, preistoria politica.

L’ultimo a provarci è stato Stephen Harper, con le vittorie del 2006, del 2008 e del 2011, prima della batosta elettorale del 2015 che ne decretò la fine della carriera politica.

More Articles by the Same Author: