Cultura

Arte, musica e poesia: la polifonia di Del Nero

MASSA CARRARA – L’umiltà, in un mondo di fenomeni, è una virtù rara. Non capita spesso, quindi, di incontrare artisti veri, puri, come il toscano Carlo Del Nero (nella foto qui sopra) – massese, classe 1955 – che non osa definirsi tale nonostante lo sia a trecentossessanta gradi. Carlo è poeta, scrittore, pittore e cantautore, ma nella biografia del suo primo romanzo, in uscita a maggio, ha fatto scrivere: “…da sempre appassionato di musica e di pittura, si è cimentato saltuariamente in queste arti, per le quali resta pur sempre un semplice fruitore. Nel corso della sua vita si è dedicato principalmente alla poesia, una passione vissuta come necessità”.

A nostro modestissimo parere, “un semplice fruitore” non scrive perle come “Aquilone” (che potete ascoltare qui sotto) o “Venerdì” accompagnate da dipinti e disegni originali, solo per citare due delle numerose canzoni pubblicate sul canale YouTube di Carlo, sotto il titolo “se chiudo gli occhi già mi manchi”.

(PS: “Zarviz’Art” è un nome d’arte creato anagrammando Zappa, Arcangelo Corelli, Vivaldi e Mozart)

E poi, ora c’è anche il primo romanzo, “Polifonia di un borgo” (qui sotto, la copertina): rimasto per molti anni chiuso nel cassetto come semplice bozza, oggi ha trovato il suo spazio e sarà in libreria a partire da doopodomani ma è già disponibile sul sito di Pacini Editore (qui) che ha pubblicato il volume e dal 9 maggio sarà anche su Amazon.

Il modello del romanzo è quello del “giallo” (un commissario torna nel suo paese natale per risolvere un caso di omicidio che scuote la piccola comunità, e…) ma la trama è una scusa per rivelare “un microcosmo in cui si intrecciano sogni infranti, segreti inconfessabili e una lotta silenziosa per la sopravvivenza emotiva”, come si legge nella quarta di copertina. Il romanzo non è dunque un semplice “giallo” ma, piuttosto, “si tratta del ricomporsi di un mosaico di vite a poco a poco portate allo scoperto, esplorando i ricami dell’anima umana, tra giusto e ingiusto, innocenza e colpevolezza”.

Il volume in uscita segue una precedente opera di Carlo Del Nero: la raccolta di poesie “I sogni dell’edera”, uscita nel 2022 e disponibile su Amazon (qui). In realtà non si tratta di una semplice raccolta di liriche, bensì di una sorta di autobiografia in versi, come ben spiega nella prefazione Giovanni Martini. “Le poesie di Del Nero ci raccontano una multiforme auto-biografia (…) è la storia di un uomo che vive in un mondo e di un mondo che vive in quell’uomo. Dai versi prende vita una storia che è fatta di incontri, relazioni, rapporti”. Non a caso, il poeta apre la raccolta con i versi “sono nato dove Alpi / si appigliano alle onde / che inutilmente si dibattono / e non sfuggono la presa”, nei quali fa riferimento alle “sue” Alpi Apuane, presenti anche in copertina (qui sotto) dove sono raffigurate stilizzate, come lo stesso Carlo le vede da casa sua: quasi fossero uccelli, tant’è che il disegno – ovviamente originale di Carlo – è intitolato “Apuane in volo”.

Version 1.0.0

E poi, ancora non a caso, il poeta chiude la raccolta con un “commiato”: “Qualcuno un giorno / dirà alla mia penna / che non scriverò più“.

Fra la nascita e la morte, c’è la vita con tutte le sue emozioni, in particolare quelle suscitate dall’amore. “Leggendo la mia poesia / vorrei che / occupassi il tempo / fra una parola e l’altra / ad innamorarti di me” …eh sì, perché la poesia è magica. E, in quanto tale, ci sopravvive, è eterna: “Quando non avrò più occhi né mani / né fiato in gola / in queste parole ancora / troverai le mie carezze” …

More Articles by the Same Author: