Canada

Ai canadesi non piace “l’America” e 3 su 4 dicono no al dollaro unico

TORONTO – Tre canadesi su quattro sosterrebbero un corridoio energetico nazionale ed un oleodotto dall’Alberta al Canada orientale, anche se ci fossero preoccupazioni ambientali e di rivendicazione territoriale da parte degli Aborigeni il percorso. Tre quarti dei canadesi sarebbero invece contrari ad una eventuale unione economica con gli Stati Uniti ed all’adozione di un dollaro unico sul modello dell’euro europeo. è quanto emerge da una serie di nuovi sondaggi di Nanos, condotti su un campione di 1.001 adulti canadesi tra il 28 febbraio ed il 5 marzo.

Per quanto riguarda il primo, relativo all’oleodotto (la ricerca è scaricabile qui), Nanos ha rilevato che il 54% degli intervistati sostiene un oleodotto che attraversi il Paese, mentre il 21% sostiene “in parte” l’idea; l’11% degli intervistati si oppone all’oleodotto, mentre il 10% si oppone “in parte”. A livello territoriale, le province delle praterie, Alberta, Saskatchewan e Manitoba, mostrato il più alto sostegno al corridoio energetico, con oltre l’85% a favore dell’idea, mentre nelle province atlantiche la percentuale delle persone favorevoli è dell’80%, tranne che in Quebec dove soltanto il 60% sarebbe favorevole all’oleodotto.

I risultati del sondaggio mostrano comunque che il sostegno ad un oleodotto che attraversi tutto il Canada è piuttosto alto, in un momento in cui aziende e politici chiedono più partnership commerciali interprovinciali, alla luce della guerra commerciale in atto fra Canada e Stati Uniti che ha, come conseguenza, la limitazione della disponibilità di alcuni beni americani.

Che i canadesi non si sentano particolarmente “amici” degli americani in questo particolare momento, lo dimostra il secondo sondaggio della Nanos (scaricabile qui): secondo il quale tre quarti dei canadesi sono contrari all’idea di un’unione economica con gli Stati Uniti nell’ambito della quale il Canada adotterebbe il dollaro americano. Il concetto proposto sarebbe simile a quello dell’Unione Europea, dove esistono una moneta unica, il libero scambio e la libera circolazione delle persone con i Paesi europei, ma ogni Nazione ha ancora il controllo su assistenza sanitaria, istruzione e tassazione all’interno dei propri confini. Un nodello che in Nordamerica non piace, secondo il sondaggio: il 65% degli intervistati si è infatti detto “contrario” ad un’unione economica con gli Stati Uniti ed all’adozione del dollaro statunitense, mentre il 10% si è detto “in parte contrario”. Soltanto il 9% sostiene sosteneva l’idea, mentre l’11% la sostiene “in parte”. Le province atlantiche hanno mostrato la più alta opposizione all’unione economica tra Canada e Stati Uniti, con il 79,8%.

Lo stesso sondaggio rileva che il 65% delle persone sostiene o sostiene “in parte” il divieto a tutte le aziende statunitensi di fare offerte per i contratti dei governo federale, provinciali o municipali canadesi, mentre il 31% è contrario o “in parte” contrario al divieto.

Infine, è stato chiesto agli intervistati se hanno apportato “modifiche finanziarie” in risposta alle tariffe statunitensi: il 46% che ha affermato di non aver apportato alcuna modifica. Un terzo delle persone intervistate ha affermato di aver semplicemente ridotto le spese; il 16% ha affermato di aver ritardato o annullato un acquisto importante, mentre il 12% ha aumentato l’importo investito nei propri risparmi. Solo il 6% ha smesso di acquistare prodotti statunitensi e ha scelto di acquistare prodotti locali, mentre il 2% ha affermato di aver evitato di viaggiare negli Stati Uniti.

Un altro sondaggio, di Leger, evidenzia un altro aspetto: pochi canadesi sono aperti alle ripetute proposte del presidente statunitense Donald Trump affinché il Canada diventi uno Stato degli Usa, sebbene l’interesse per questo aumenti tra i sostenitori conservatori e coloro che vivono in Alberta. Il sondaggio, condotto online su un campione di 1.548 adulti canadesi dal 28 febbraio al 2 marzo, rileva che solo il 9% dei canadesi desidera che il Canada diventi il ​​51° stato, mentre l’85% non lo desidera. Il rifiuto appare chiaro in tutte le regioni, partiti politici e fasce d’età, anche se – dicevamo – il sostegno all’idea è più alto in Alberta (15%) e più basso nel Canada atlantico (3%) con meno di 1 persona su 10 in Ontario, Quebec e British Columbia che lo desidera. Circa il 18% dei sostenitori conservatori ha affermato di volere che il Canada diventi uno Stato Usa, mentre il 97% degli elettori liberali e dell’NDP ed il 94% dei sostenitori del Bloc Quebecois hanno affermato che non lo vorrebbero.

Il sondaggio suggerisce un livello simile di rifiuto tra i canadesi quando viene chiesto loro se vorrebbero diventare cittadini americani, con il 12% che risponde sì e l’82% che risponde no: anche in questo caso, gli abitanti dell’Alberta sono i più inclini a rispondere sì (21%) mentre i canadesi dell’Atlantico sono i meno inclini (4%). Gli intervistati conservatori sono molto più interessati a diventare cittadini americani (21%) rispetto agli intervistati liberali e dell’NDP (5% ciascuno).

Il sondaggio analizza anche numerosi altri aspetti dei rapporti Canada-Usa in questo particolare momento: l’intera ricerca è scaricabile e/o consultabile qui: Trump_Tariffs_Tracking_March_3rd-2025_CAN-US_EN

Foto di Hudson Thomas da Unsplash

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