Sos dell’UNAIDS al governo federale: “I fondi contro le malattie infettive non vanno tagliati”
OTTAWA — Il Canada taglia, per la prima volta, il suo contributo al Fondo Globale, un importante programma per la lotta alle malattie infettive nei Paesi più poveri del mondo. E la responsabile del programma delle Nazioni Unite per l’HIV/AIDS, Winnie Byanyima (nella foto sopra, dal suo profilo Twitter X – @Winnie_Byanyima), , esorta il primo ministro Mark Carney a tornare suoi suoi passi, revocando i tagli previsti dal suo governo agli aiuti esteri ed ai finanziamenti per la salute globale.
“Il mio messaggio al primo ministro Carney, al Canada ed a tutti gli altri donatori è: mantenete la rotta”, ha dichiarato la direttrice esecutiva dell’UNAIDS alla Canadian Press a margine del vertice dei leader del G20 della scorsa settimana a Johannesburg. “Senza solidarietà globale, la disuguaglianza tra i Paesi continuerà ad aumentare. Vivremo in un mondo più pericoloso man mano che queste disuguaglianze aumenteranno”.
La scorsa settimana, Carney ha annunciato il primo taglio in assoluto del Canada ai finanziamenti per il Fondo Globale: il nuovo impegno finanziario è inferiore del 17% rispetto all’ultimo contributo di Ottawa al fondo nel 2022. La decisione è arrivata poche settimane dopo che il bilancio federale aveva richiesto tagli di 2,7 miliardi di dollari in quattro anni agli aiuti esteri, e mesi dopo che Carney, durante la campagna elettorale primaverile, aveva promesso che il suo governo “non avrebbe tagliato gli aiuti esteri”. Poi, come solitamente i politici fanno quando passano dallo status di candidati a quello di eletti, anche Carney ha cambiato idea: la scusa è che il taglio degli aiuti riporta la spesa in linea con gli stanziamenti canadesi pre-pandemia. Quando è stato incalzato sui tagli durante la sua permanenza a Johannesburg, Carney ha sottolineato che “abbiamo dovuto prendere decisioni pragmatiche e responsabili a livello di governo, tra cui anche il ripristino del nostro bilancio per gli aiuti al livello pre-Cofdid”, ha affermato Carney. “In questo contesto, tuttavia, ci stiamo concentrando su dove ha il massimo impatto, incluso in questo continente”.
La ministra degli Esteri, Anita Anand, ha ribadito questi punti ai giornalisti a Johannesburg. “Il contributo del Canada è ancora significativo. È ancora concreto. E l’Africa è il principale beneficiario di aiuti internazionali per il Canada: il nostro aiuto continuerà”.
Tuttavia, c’è anche chi, all’inteno del Canada, la pensa come Winnie Byanyima: è il caso di un deputato del Bloc Québécois, Alexis Brunelle-Duceppe, il quale ha dichiarato giovedì scorso che sotto la guida di Carney si è verificato un cambiamento “preoccupante” e “problematico” rispetto all’approccio di lunga data del Canada in materia di aiuti e diritti umani. “Nella visione del signor Carney si stanno creando sempre più legami tra aiuti internazionali e commercio internazionale”, ha detto il deputato.
In proposito, Jayati Ghosh, un’economista indiana che ha co-presentato il rapporto sulla disuguaglianza illustrato dalla stessa Byanyima durante il vertice del G20 a Johannesburg, ha affermato che il Canada dovrebbe impegnarsi per garantire che i Paesi in via di sviluppo possano produrre farmaci salvavita, spesso bloccati da “un regime di proprietà intellettuale che aumenta eccessivamente i costi dei farmaci essenziali”. Business, in una parola. Il problema è diventato evidente durante la pandemia di Covid-19, quando molti Paesi in via di sviluppo hanno atteso più a lungo rispetto ai Paesi più ricchi (come il Canada) per assicurarsi un numero di dosi di vaccino che si è poi rivelato insufficiente, nonostante sia stato loro impedito di creare le proprie versioni di quei vaccini. “I governi devono pensare, al di là degli aiuti esteri, in termini di normative globali che stanno contribuendo a sostenere e che in realtà peggiorano le condizioni dei Paesi in via di sviluppo”, ha affermato Ghosh. Del resto, “Inequality is a choice”, come ha ricordato Byanyima in un tweet pubblicato a margine del G20. E le scelte si possono cambiare. Basterebbe volerlo…
Inequality is a choice.
Leaders have a historic chance to address the #InequalityEmergency.
Honoured to present with @Jayati1609 the recommendations of the G20 Extraordinary Committee to #G20SouthAfrica.
Our primary recommendation: create an International Panel on Inequality. https://t.co/D5OhszbGg8 pic.twitter.com/IRfG9c8rir
— Winnie Byanyima (@Winnie_Byanyima) November 22, 2025
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