Canada

Ma quale Trump: per i canadesi i veri problemi sono casa, sanità e carovita

TORONTO – L’ennesima riprova di quanto la politica, in Canada, sia scollegata dalla realtà e dalla vita di tutti i giorni arriva da un sondaggio pubblicato ieri da Abacus Data, dal quale emerge che la maggioranza dei canadesi ritiene che l’attuale governo non si stia occupando dei veri problemi del Paese, cioè il carovita, le questioni dell’assistenza sanitaria e l’inaccessibilità economica degli alloggi.

Il sondaggio, condotto tra il 28 agosto e il 2 settembre 2025 su un campione di 1.500 canadesi di età pari o superiore a 18 anni, mostra infatti un crescente divario tra i temi ai quali i canadesi vorrebbero che i loro leader dessero priorità e ciò su cui credono che il governo liberale di Mark Carney si stia effettivamente concentrando anche in questi giorni in cui è in corso, a Toronto, un consiglio dei ministri straordinario per parlare prevalentemente della guerra commerciale in atto con gli Stati Uniti. E sebbene i canadesi riconoscano che gestire le politiche di Donald Trump sia importante, soprattutto per il commercio, la sicurezza e l’economia, molti di loro temono che ciò possa distogliere troppa attenzione dalle urgenti sfide interne, come l’accessibilità economica degli alloggi, l’assistenza sanitaria e l’aumento del costo della vita.

Ma passiamo ai numeri del sondaggio. Sei canadesi su dieci (il 61%) ritengono che il governo federale stia prestando troppa attenzione a Donald Trump quando urgenti problemi interni – come l’edilizia abitativa, l’assistenza sanitaria ed il carovita – necessitano di soluzioni, mentre solo uno su tre (il 33%) ritiene giusto che Ottawa dedichi tanta attenzione a Trump. Una percezione che è piuttosto diffusa persino tra gli stesi elettori liberali, qiundi “amici” del governo: più della metà (51%) ritiene che il proprio governo sia distratto da Trump quando urgenti problemi interni rimangono irrisolti (rispetto al 45% che ritiene che sia giusta l’attenzione data a Trump).

Anche in termini di prospettive, le preoccupazioni dei canadesi non cambiano: quasi otto su dieci (il 79%) affermano che l’aumento dei prezzi, degli alloggi e dell’assistenza sanitaria avrà un impatto maggiore sulle loro famiglie nei prossimi due anni rispetto ai dazi od alle politiche commerciali statunitensi (21%).

E poi ancora: tre canadesi su quattro (il 76%) ritengono che i leader federali dovrebbero dedicare più tempo alla risoluzione dei problemi interni – alloggi, assistenza sanitaria e accessibilità economica – mentre solo il 24% vorrebbe che si concentrassero sulla gestione delle politiche di Trump. Questo consenso attraversa le linee di partito: l’82% degli elettori conservatori e il 69% dei sostenitori liberali concordano sul fatto che le questioni interne debbano avere la priorità.

La conclusione è chiara: i canadesi si aspettano che i loro leader tengano d’occhio le sfide interne, pur gestendo le complessità delle relazioni con gli Stati Uniti. Questa prospettiva riguarda tutte le regioni, le fasce d’età e gli orientamenti politici, con la preoccupazione più forte tra i canadesi di mezza età che si destreggiano tra mutui, assistenza all’infanzia e genitori anziani (l’86% di chi ha un’età fra i 45ed i 59 anni). Anche tra gli elettori liberali, il 71% ammette che le proprie difficoltà quotidiane sono influenzate molto più dalle difficoltà di accessibilità economica interna che dalle azioni di Trump all’estero.

In sostanza, la domanda che probabilmente i canadesi si stanno a loro volta facendo, è: ma i nostri politici, dove vivono?

Il sondaggio completo, con tutti i dati ed i grafici, è consultabile qui: https://abacusdata.ca/canadians-see-cost-of-living-housing-and-healthcare-as-bigger-threat-than-trumps-policies/

Foto di Viki Mohamad da Unsplash

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