CanadaIn edicola

Accordo sulla Sanità,
il ministro Duclos:
base su flessibilità
e riforma di sistema

TORONTO – Il nuovo accordo sulla sanità dovrà identificare le priorità di riforma del sistema, dovrà essere flessibile e gettare le basi per superare l’emergenza degli ultimi mesi. A confermarlo è stato ieri il ministro federale della Sanità Jean-Yves Duclos, che ha ribadito come Ottawa e le Province abbiano fatto notevoli passi avanti nella trattativa che nei mesi scorsi si era più volte arenata. Siamo di fronte, ha lasciato capire il componente dell’esecutivo liberale, a una bozza d’accordo tra i due livelli di governo, sulla quale è stato raggiunto un consenso pressoché unanime e sulla quale sarà semplicemente necessario lavorare su alcuni dettagli.

Il punto di partenza, ha sottolineato Duclos, è la constatazione che lo status quo è inaccettabile e che bisogna voltare pagina. “Siamo nel 2023 e il sistema sanitario non funziona più. Dobbiamo cambiare il modo in cui forniamo assistenza sanitaria in Canada”. “Ci saranno sfide per molti anni a venire e martedì sarà un passo importante per lavorare verso queste sfide più lunghe”, ha detto.

Domani, i premier canadesi si incontreranno a Ottawa con il primo ministro Justin Trudeau per cercare soluzioni alle sfide a lungo e breve termine che incidono sulla fornitura di assistenza sanitaria in Canada nella speranza di gettare le basi per un nuovo accordo sanitario federale -provinciale.

L’incontro avviene in un periodo di grande emergenza nella sanità: carenza di personale – che nei mesi scorsi ha causato la chiusura temporanea dei pronto soccorso di molti ospedali – lista d’attesa infinite per visite e operazioni chirurgiche, caos nei reparti d’emergenza rappresentano solo la punta dell’iceberg di una crisi sistemica che interessa l’intero settore.

“La nostra popolazione sta invecchiando – continuato Duclos – anche la nostra popolazione di lavoratori sta invecchiando. Più medici di famiglia, più infermieri se ne andranno nei prossimi anni. Più malattie croniche, più malattie infettive, ci saranno future pandemie. Dobbiamo prima riconoscere che A, dobbiamo riparare i danni causati da Covid-19, dobbiamo prepararci per le sfide che dovremo affrontare nei prossimi anni e decenni”.

Il finanziamento dell’assistenza sanitaria è sempre stato un argomento controverso tra le province e il governo federale. Gli effetti della pandemia su un sistema già carico di difficoltà hanno reso più urgente la necessità di un nuovo accordo di finanziamento.

L’ultimo vertice sull’assistenza sanitaria che ha coinvolto i ministri federali e provinciali della salute si è svolto a Vancouver all’inizio di novembre e si è conclusa con un fallimento. Da lì poi la trattativa è ripartita e il clima politico è mutato, con una nuova ventata di ottimismo.

I premier canadesi dicono che il governo federale sta pagando solo il 22% del costo della fornitura di assistenza sanitaria. Vogliono che sia aumentato al 35% – un aumento di 28 miliardi ai 45,2 miliardi del Canada Health Transfer (CHT), a partire da quest’anno – e che il CHT aumenti del sei per cento all’anno dopo. Il governo federale ha affermato che mentre il CHT copre solo il 22% dei costi sanitari, i poteri fiscali trasferiti alle province nel 1977 per pagare l’assistenza sanitaria – e il finanziamento di cose come i servizi di salute mentale, l’assistenza domiciliare e l’assistenza a lungo termine – portano la quota del governo federale fino al 38,5%.

Secondo Duclos è “un peccato” che gran parte del dibattito pubblico tra i livelli di governo federale e provinciale e territoriale si sia incentrato su chi paga per cosa piuttosto che su come sistemare il sistema.

“Noi e gli altri abbiamo certamente speso troppo tempo, a mio avviso, concentrandoci su punti percentuali e punti fiscali”, ha detto. “Il denaro proviene dalle stesse tasche, dagli stessi contribuenti, e serve le stesse persone per lo stesso pubblico”.

Le priorità dichiarate del governo federale includono la riduzione degli arretrati, il lavoro per sostenere e trattenere meglio gli operatori sanitari, migliorare l’accesso alle cure primarie con riforme e più medici, migliorare i servizi di salute mentale, riformare il modo in cui vengono fornite le cure palliative e cambiare il modo in cui i dati sanitari sono condivisi all’interno delle province e in tutto il paese.

More Articles by the Same Author: