Il Covid-19 in Canada

Richiamo vaccino,
prenotare è un’impresa

TORONTO – Prenotare la dose di richiamo del vaccino anti Covid-19 è diventata un’impresa titanica. Almeno in Ontario. Da ieri tutti gli adulti della provincia che hanno ricevuto la seconda dose almeno tre mesi fa possono fare la terza dose ma la maggior parte di coloro che hanno tentato di prenotato online sul portale del governo, sono rimasti senza parole: non ci sono posti a gennaio, il richiamo sarà possibile farlo a partire da febbraio.

Dopo aver atteso un’ora o anche due sul portale per le prenotazioni, la maggior parte degli abitanti nella provincia ha constatato infatti che non vi sono più appuntamenti disponibili per i prossimi giorni e per tutto il mese di gennaio. A Toronto, in soli 15 minuti dopo l’apertura del portale, sono stati fissati appuntamenti fino al 20 gennaio mentre ad Ottawa tutti gli appuntamenti per le dosi di richiamo sono stati completati entro 14 minuti dall’apertura ufficiale del portale. A confermarlo è stato anche un lettore del Corriere che non ha nascosto la propria frustrazione e il proprio disappunto per essere rimasto online per oltre due ore prima di ottenere un appuntamento per l’8 febbario.

A Simcoe-Muskoka, l’unità sanitaria pubblica locale ha affermato che limiterà tutte le sue cliniche walk-in per somministrare la prima, la seconda o terza dose di vaccino a coloro che hanno più di 50 anni o fanno parte di un gruppo prioritario. In sostanza è stata messa in atto una corsia preferenziale. “Ci rendiamo conto che tutti sono frustrati ma a causa della schiacciante domanda di dosi di richiamo, in questo momento tenendo conto della capienza della nostra clinica dobbiamo dare loro la priorità”, ha scritto su Twitter la Simcoe-Muskoka District Health Unit.

Nelle prime due ore di apertura circa 125.000 persone hanno prenotato appuntamenti per ricevere la dose di richiamo sul sito della provincia.
Il dottor Andrew Boozary, direttore di medicina sociale per l’University Health Network, ha affermato che l’ampliamento dell’ammissibilità ha favorito le persone che potevano rimanere collegate al portale più a lungo di chiunque altro. “Ci sono solo alcune persone che possono permettersi di stare online tutto il tempo necessario”, ha detto.

Boozary ha aggiunto che la mancanza di accesso a terze dosi tempestive o persino a test diagnostici mette in luce che dall’inizio della pandemia la provincia non ha affatto cambiato il suo approccio alla salute pubblica. “Per chi non è in grado di prenotare la dose di richiamo o un test rapido dell’antigene, questo periodo festivo sarà molto diverso e queste disparità, va notato, sono state la storia portante di due pandemie”.

La portavoce del ministro della Sanità dell’Ontario Christine Elliott ha affermato che i residenti dell’Ontario dovrebbero controllare frequentemente il portale nei prossimi giorni e nelle settimane a venire per vedere quali sono i nuovi appuntamenti disponibili. “Mentre continuiamo ad aumentare la nostra capacità giornaliera, le singole unità sanitarie pubbliche stanno lavorando attivamente per aggiungere in continuazione appuntamenti al sistema di prenotazione – ha affermato Hilkene – le unità sanitarie continueranno a tenere informato il pubblico man mano che un numero maggiore di appuntamenti sarà disponibile sul sistema di prenotazione provinciale. Incoraggiamo inoltre gli abitanti dell’Ontario a verificare regolarmente la disponibilità attraverso altri canali come farmacie, strutture di assistenza primaria e cliniche walk-in”.

Nel frattempo risulta anche che ci sia una carenza di vaccino Pfizer-BioNTech. In alcune cliniche questo sarebbe stato riservato agli uomini di età inferiore ai 30 anni, mentre a tutti gli altri è stato somministrato il Moderna. “Data la storica diffusione del vaccino Pfizer, abbiamo richiesto al governo federale entro gennaio ulteriori quattro milioni di dosi Pfizer, che devono ancora essere confermate – ha detto a CTV News Toronto la Hilkene – se le scorte di Pfizer si esauriscono, faremo affidamento su Moderna fino a quando non riceveremo ulteriori forniture di Pfizer dal governo federale”.

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