Istruzione

Quando la priorità
non è la didattica

TORONTO – Dalle parole ai fatti. Dal momento che l’operato di tre fiduciari scolastici del provveditorato scolastico di San Francisco, lasciava a desiderare, i residenti della città hanno deciso di sollevarli dai loro incarichi. Il loro torto, secondo i cittadini, è stato quello di aver dato spazio a “priorità sbagliate” e di aver “anteposto ai bambini la politica progressista”.

La revoca dei loro mandati, come confermato dal San Francisco Department of Elections, è stata decisa in modo schiacciante con una elezione straordinaria. “Gli elettori di questa città hanno trasmesso il chiaro messaggio che il consiglio scolastico deve concentrarsi soprattutto sui temi importanti per garantire un sistema scolastico ben gestito – ha affermato il sindaco London Breed in una nota – San Francisco è una città che crede nel valore delle grandi idee, ma quelle idee devono essere costruite sulle fondamenta di un governo che opera bene”.

Breed, che ha elogiato i genitori dicendo che “stanno combattendo per ciò che conta di più: i loro figli”, nominerà ora i sostituti dei fiduciari che rimarranno in carica fino a un’altra elezione che si terrà a novembre.

Il provveditorato ha sette membri, tutti democratici, ma solo tre potevano essere allontanati: la presidente del consiglio scolastico Gabriela López, il vicepresidente Faauuga Moliga e la commissioner Alison Collins.

Ma nonostante oppositori abbiano definito la decisione uno spreco di tempo e denaro, i genitori degli studenti sono stati irremovibili. La loro frustrazione è salita in modo esponenziale dal gennaio del 2021 a causa della lenta riapertura delle scuole distrettuali: la priorità del provveditorato era invece quella di ridenominare 44 siti scolastici tra i quali quelli che portano il nome di Abraham Lincoln, George Washington e della senatrice Dianne Feinstein. “La città di San Francisco ha alzato la voce e ha deciso che non è accettabile mettere i nostri figli all’ultimo posto – ha affermato Siva Raj, padre di due bambini – non saranno i discorsi a istruire i nostri figli ma le azioni. Non si tratta di un’azione simbolica, non si tratta di cambiare il nome di una scuola, si tratta di aiutare i bambini all’interno dell’edificio scolastico a leggere e a studiare la matematica”.

Le lamentele dei genitori al di là del confine fanno pensare che in fondo tutto il mondo è paese e ci riportano alla mente quelle sperimentate quotidianamente anche qui in Canada in un sistema scolastico pubblico che si impegna in battaglie che nulla hanno a che fare con la preparazione accademica dei ragazzi.
Matematica, inglese, storia, scienze e l’elenco può continuare, sono le materie fondamentali del programma scolastico. Ma ora la didattica sembra passare in secondo piano: poco importa se i bambini non sanno far di conto, leggono a stento e se la grammatica è per loro qualcosa che appartiene a un altro pianeta.

Quel che conta, per i fiduciari scolastici sono le battaglie sociali che alla scuola stanno come i cavoli a merenda.

Nel sistema scolastico dell’Ontario e di Toronto nello specifico, in questi ultimi mesi i fiduciari hanno concentrato la propria attenzione verso temi lontani anni luce dalla vera essenza della scuola. Un esempio? I trustee dell’Halton Catholic District School Board hanno discusso a lungo sull’opportunità di sventolare la bandiera del Pride nelle sue scuole cattoliche. Ed i piani di sicurezza per il Covid-19, le difficoltà della didattica a distanza, i due anni di lezioni a singhiozzo – o meglio il tempo perso dai ragazzi per quel che concerne il programma di studio – non vengono presi in considerazione. A rimetterci, in fondo, sono solo i bambini.

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