Nomina Taverner, ancora accuse e veleni su Ford

di Francesco Veronesi del 16 January 2019

TORONTO - Merito, qualità, esperienza, competenza, integrità, trasparenza, comprovata capacità di comando.

Dovrebbero essere queste le caratteristiche sulla base delle quali viene scelto il capo del secondo corpo di polizia più importante del Canada, l’Ontario Provincial Police.

E le procedure di nomina, dovrebbero essere cristalline, univoche.

È chiaro che quanto successo con la nomina di Ron Taverner, sovraintendente della polizia di Toronto e amico di lunga data di Doug Ford, va nella direzione contraria.

Ma a gettare benzina sul fuoco ci ha pensato lo stesso premier dell’Ontario, che rispondendo ai giornalisti per l’ennesima volta sulla spinosa questione, ha perso la pazienza ed è sbottato.

“Si tratta di una nomina politica - ha dichiarato Ford rivolgendosi a un reporter - se volessi, potrei nominare lei commissario dell’Opp".

Una frase che ha di fatto gettato al vento un mese e mezzo di tentativi da parte del premier di dimostrare come la nomina di Taverner fosse avvenuta attraverso una procedura indipendente e trasparente.

Più volte, nelle scorse settimane, Ford e il ministro della Pubblica Sicurezza Sylvia Jones avevano sostenuto che la scelta di Taverner fosse stata fatta da “una commissione indipendente", diventata poi “un commissario indipendente" fino ad arrivare a “un comitato indipendente per l’assunzione". Piccole sfumature, che hanno accompagnato le incertezze del governo su una nomina che continua a creare grattacapi all’esecutivo conservatore.

L’assunto sostenuto da Ford, cioè che il capo dell’Ontario Provincia Police debba essere una nomina politica francamente spaventa e lascia sbigottiti.

Perché potrebbe toccare proprio all’Opp - come peraltro è accaduto in passato - di dover indagare su quella classe politica che ha deciso la nomina.

Sarebbe quindi meglio lasciare da parte questo approccio e tornare a quello più consono della nuda e cruda meritocrazia: la carica deve andare al più meritevole, al più capace, a chi ha le qualità per garantire un buon lavoro e soprattutto indipendenza sul fronte investigativo.

La Ford Nation, nata per il sostegno a Rob Ford, alla quale Doug deve le sue fortune politiche, aveva preso piede proprio per l’insofferenza dell’elettorato verso i nepotismi, i favoritismi e i privilegi della classe politica.

Il premier dovrebbe capire come l’impuntarsi sulla nomina di un amico famiglia a capo dell’Opp potrebbe diventare un clamoroso autogol.

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