L’ISIS rivendica la strage di Danforth. È Julianna Kozis la bimba uccisa

di Mariella Policheni del 26 July 2018

TORONTO- Adesso è arrivata pure la rivendicazione dell’ISIS che si assume la responsabilità della sparatoria di massa avvenuta domenica su Danforth Avenue. Lo Stato Islamico (ISIS), però, a sostegno della sua responsabilità non ha fornito alcuna prova.
La rivendicazione è stata diffusa tramite Amaq, l’agenzia semi-ufficiale dell’ISIS, che ha definito l’attentatore Faisal Hussain, un ragazzo di 29 anni con noti problemi mentali, un «soldato dello Stato Islamico» che ha compiuto la strage in “risposta alle richieste di prendere di mira i cittadini dei paesi della coalizione”.
Va notato che l’ISIS rivendica regolarmente la responsabilità per gli attacchi effettuati in Occidente, ma questi attacchi non sono sempre ritenuti ispirati o diretti dall’organizzazione terroristica.
A settembre l'ISIS si è assunta la responsabilità del massacro di Las Vegas attraverso l’agenzia di stampa AMAQ, ma i funzionari delle forze dell'ordine negli Stati Uniti hanno ripetutamente respinto qualsiasi legame tra questo attacco e il terrorismo internazionale. Lo scorso giugno i “combattenti dello Stato Islamico” si sono attribuiti la colpa dopo che un uomo armato ha appiccato il fuoco all’interno del casinò e del complesso alberghiero di Resorts World Manila nelle Filippine: i funzionari delle forze dell’ordine hanno insistito che l’attacco è stato opera di un uomo malato di mente e non a un atto del terrorismo.
La polizia di Toronto non ha ancora commentato la rivendicazione dell’ISIS riguardante la strage che si è consumata su Danforth, ma durante un’intervista l’ex commissario della polizia provinciale dell'Ontario, Chris Lewis, si è detto scettico riguardo questa eventualità.
Del resto la polizia sta scavando nella vita dell’attentatore Faisal Hussain per scoprire cosa possa averlo spinto a mettere in pratica la strage. E non solo. Determinare la provenienza della pistola semiautomatica che è stata utilizzata nell’attacco è anche oggetto dell’indagine: sembrerebbe che il killer non avesse la licenza per possedere armi e che con tutta probabilità la pistola sia giunta dagli Stati Uniti. Quel che si sa con certezza - la dichiarazione è stata fatta dalla famiglia - è che Hussain aveva seri problemi mentali.
Il ministro federale della pubblica sicurezza Ralph Goodale ha detto che Hussain non compariva nella lista federale degli individui sotto stretta sorveglianza.
E mentre tre dei feriti versano in condizioni molto gravi, la polizia ha reso noto il nome della seconda vittima: oltre a Reese Fallon di 18 anni, Hussain ha ucciso Julianna Kozis di 10 anni. La bimba risiedeva a Markham assieme ai suoi genitori che ora chiedono rispetto per il loro dolore.

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