Università

Laurentian, soppressi
i corsi di italiano

TORONTO – La notizia è stata un pugno allo stomaco. Il tanto temuto annuncio, martedì, è di colpo diventato realtà: 110 docenti e 41 membri del personale di supporto, 36 amministratori hanno perso il lavoro mentre 58 corsi undergraduate e 11 corsi graduate sono stati eliminati. 34 corsi in lingua inglese e 24 in francese come ostetricia, scienze politiche, fisica, spagnolo, alcuni corsi di formazione per insegnanti, antropologia, archeologia, geografia, filosofia, fisica, studi musicali e l’elenco può continuare.

Perché a pagare lo scotto della ristrutturazione della Laurentian University, che da febbraio si trova in uno stato di insolvenza dopo un buco di bilancio di circa 300 milioni di dollari, è stato anche il dipartimento di Italianistica.

Qui non ci sono stati tagli, il programma Italian Studies è stato smantellato completamente. A nulla sono valse le richieste di aiuto, il sostegno della comunità italiana e non di Sudbury e la petizione su Change.org (qui la petizione: Help to Support and Preserve the Italian Studies Program at Laurentian University) lanciata da Franca Rocca che ha raccolto oltre mille firme, per evitare che la scure si abbattesse su un programma funzionante e prestigioso come questo.

“Il programma di studi italiani è una parte importante della comunità italiana a Sudbury – aveva detto a sudbury.com Rocca – ci aiuta a sentirci più vicini alle nostre radici e a mantenere quel legame. Non possiamo permetterci di perdere questa facoltà”. L’epilogo di questa battaglia è stata una doccia gelata per docenti, studenti e per chi ama la cultura italiana.

“Il dipartimento è stato tagliato completamente. Il programma di italiano è sparito – ha detto Christine Sansalone, professore associato dell’Italian Department of Modern Languages and Literatures dell’ateneo – in questo momento provo solo una tristezza profonda per quello che sta succedendo ai nostri studenti e alla comunità di Sudbury e del Nord dell’Ontario. È un momento molto difficile per tutti. Ci sono tante famiglie e tanti giovani che stanno soffrendo e che sono stati catapultati in un periodo di grande incertezza per il loro avvenire. Ci sentiamo completamente abbandonati dal governo provinciale e federale”.

“C’è poco da dire. I professori sono stati tutti licenziati e il programma in Italianistica eliminato – ha tagliato corto la presidente del dipartimento Diana Iuele Colilli – né Ross Romano né il governo Ford si sono degnati di alzare un dito per aiutarci”. Già, Ottawa ed il governo dell’Ontario che nei mesi scorsi sono rimasti a guardare.

“Il governo federale darà il suo sostegno ma l’istruzione è sotto la giurisdizione provinciale, e quindi occorre capire qual è il piano dell’Ontario – ha dichiarato ieri il primo ministro Trudeau – la ministra delle Official Languages Mélanie Joly ha contattato le sue controparti dell’Ontario per vedere qual è il loro piano per sostenere e proteggere questa istituzione”.

Il deputato di Sudbury Jamie West ha criticato aspramente la provincia per non essere intervenuta con finanziamenti destinati a prevenire i tagli. “I conservatori sono responsabili di ognuna di queste perdite di posti di lavoro, e i conservatori avrebbero potuto impedire che ciò accadesse”.

Martedì l’Ontario Confederation of University Faculty Associations (OCUFA) ha anche chiesto le dimissioni del ministro dei College e delle università Ross Romano. “Romano e il governo Ford conoscevano da mesi, se non da anni, la gravità delle difficoltà finanziarie di Laurentian – si legge nel comunicato – se Ross Romano avesse fatto il suo lavoro questi tagli non ci sarebbero stati”.

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