TORONTO - Una vita spesa per l’America: da militare prima, da Senatore poi quella di John McCain che se n'è andato arrendendosi ad un tumore al cervello.
John Sidney McCain III, classe 1936, era il figlio e il nipote di due eroi della Marina: il nonno comandante dell'aviazione navale durante la battaglia di Okinawa, il padre al comando delle forze Usa in Vietnam.
Era già un pilota pluridecorato quando nel 1967 il suo aereo venne abbattuto sopra Hanoi. L'allora capitano McCain venne fatto prigioniero e rimase in una prigione vietcong per sei anni, di cui due passati in isolamento e subendo atroci torture. Rifiutò però la liberazione: non voleva essere rilasciato mentre altri soldati semplici restavano nelle mani del nemico.
Rientrerà in America solo nel 1973 dopo gli accordi di Parigi: a 37 anni e già tutti i capelli bianchi, ricevendo, a risarcimento di quegli anni orribili, le più alte onoreficenze, dalla Silver Star al Purple Heart.
Fu soprattutto grazie al denaro della seconda moglie, Cindy Hensley, figlia di un magnate della birra, che McCain ebbe accesso alla politica. Fu eletto nel 1982 come deputato, per poi diventare senatore nel 1987. Distinguendosi sempre come una delle personalità più autonome del Congresso (fu soprannominato “il leone del Senato”) anche all'interno del Partito dell'Elefante. Sostenne sia l'intervento militare in Afghanistan che la guerra in Iraq. Ma si espresse nettamente contro gli abusi di Abu Ghraib e sostenne Obama nel tentativo di chiudere Guantanamo.
Dopo aver fallito nel 2000, vince le primarie repubblicane del 2008 sbaragliando Rudy Giuliani - l'ex sindaco di New York oggi avvocato di Trump - e quel Mitt Romney che ci riproverà quattro anni dopo. Come sua vice sceglie l'allora governatrice dell'Alaska Sarah Palin, una decisione di cui di recente ha detto di essersi pentito.
Fu sconfitto da Barack Obama che attaccò ferocemente sul piano politico ma non si abbassò mai a denigrarlo. In tanti nel partito repubblicano non gli perdonarono infatti di aver impedito ad una sua sostenitrice di definire Obama un "arabo musulmano". «Lei si sbaglia signora - disse McCain -il mio avversario è un padre di famiglia, un americano per bene».
Donald Trump non gli è mai andato giù: nel 2016 non volle concedergli il suo endorsement tanto che l'allora candidato, irato dirà: «Ma quale eroe. Gli eroi sono quelli che non si fanno catturare».
McCain gli renderà il servizio parlando in un documentario sul Vietnam «dei figli di papà che trovarono medici compiacenti per non partire».
Già malato prima di ritirarsi in Arizona per farsi curare volle partecipare alla votazione in Senato contro la riforma della Sanità proposta per smontare l'Obamacare.
Fino all'ultimo ha criticato Trump per i suoi rapporti con Putin ed ha ribadito «Non voglio Trump al mio funerale».