TORONTO - Non ci sarà alcuna scusa. Lo ha detto ieri il primo ministro Trudeau in relazione alla disputa tra Ottawa e l’Arabia Saudita che sta diventando sempre più aspra. La scorsa settimana il ministro degli Affari Esteri Chrystia Freeland ha criticato l’arresto e la detenzione di attivisti per i diritti delle donne, incluso uno che ha legami in Canada. Il tweet della Freeland ha scatenato l’ira dell’Arabia Saudita che lunedì scorso ha espulso l’ambasciatore canadese a Riad Dennis Horak, ha richiamato in patria il proprio rappresentante diplomatico, ha congelato i nuovi investimenti e gli affari commerciali con il Canada a causa - questa è la ragione - delle interferenze da parte di Ottawa negli affari interni del regno. E non solo. L’Arabia Saudita ha anche deciso di trasferire in altri paesi gli studenti sauditi che si trovano in Canada mentre la compagnia aerea di bandiera Saudia ha optato per la sospensione di tutti i voli per Toronto. «Continueremo a difendere i valori canadesi, i valori universali e i diritti umani - ha affermato Trudeau - riconosciamo la loro importanza nel mondo e che su una serie di questioni importanti sono stati fatti progressi. Continueremo a parlare in modo forte e chiaro dei diritti umani in tutto il mondo, ovunque ne vediamo l'esigenza». Trudeau mostra i muscoli mentre con una dichiarazione a sorpresa il ministro per l'energia dell'Arabia Saudita Khalid al-Falih ha assicurato al Canada che la disputa diplomatica del regno con Ottawa non inciderà sulle vendite di petrolio. Il ministro, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa saudita, ha affermato che esiste una “politica solida e di lunga data che non è influenzata dalle circostanze politiche. L’attuale crisi diplomatica tra Arabia Saudita e Canada non intaccherà in alcun modo le relazioni di Saudi Aramco con i suoi clienti in Canada”. Circa il 10 per cento delle importazioni di petrolio del Canada proviene proprio dall'Arabia Saudita.