Il Covid-19 in Italia

In Italia 14.522 nuovi contagiati e 553 morti 

ROMA – A fronte di 175.364 persone testate, i nuovi positivi ieri, in Italia, sono stati 14.522. Il dato porta il totale a 1.991.278 contagiati, vicini alla soglia dei 2 milioni di casi. I morti registrati nell’arco delle ultime 24 ore sono stati 553, un dato che fa salire il totale a 70.395 dall’inizio dell’emergenza. Il tasso di positività – su scala nazionale – rimane sostanzialmente stabile e si assesta sull’8,2%.

Le regioni con il maggior numero di nuovi casi sono state il Veneto con 3.357 contagi, la Lombardia con 2.153 e l’Emilia-Romagna con altri 1.129. Scende invece il numero degli attualmente positivi che sono in totale 598.816, in calo di 7.139 unità rispetto a martedi.

Aumentano i dimessi ed i guariti che ieri sono stati 20.494, per un totale di 1.322.067 dall’inizio dell’epidemia. I pazienti in terapia intensiva diminuiscono di 63 unità nel saldo tra ingressi e uscite: gli ingressi giornalieri in rianimazione sono stati infatti 216, nelle trascorse 24 ore. In totale ci sono ora 2.624 persone ricoverate nei reparti di rianimazione. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari invece sono ora 24.546, in calo di 402 unità rispetto al giorno precedente.

Secondo i dati dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas), cala al 38% la percentuale dei posti letto occupati da pazienti Covid-19, dunque al di sotto della soglia di allerta fissata al 40%. Scende intanto al 31% il numero delle terapie intensive occupate in Italia da pazienti Covid, ancora l’1% però oltre la soglia di allerta. In base al decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020, la soglia di allerta di posti in terapia intensiva occupati da malati Covid è stata stabilita essere del 30%. Dopo aver toccato un picco del 42% intorno al 17 novembre, ha poi iniziato una lenta discesa.

Ieri, a superare la soglia d’allerta sono sono state 9 regioni, rispetto alle 14 di una settimana fa: Abruzzo (31%), Friuli Venezia Giulia (33%), Lazio (31%), Lombardia (42%), Provincia autonoma di Trento (54%), Piemonte (42%), Puglia (37%), Umbria (34%) e Veneto (35%).

Per quanto riguarda i posti occupati in area ‘non critica’, ovvero nei reparti di medicina, pneumologia e malattie infettive, la soglia limite è stata individuata al 40% e ha toccato picchi del 52% nei giorni intorno al 10 novembre. Ieri è stata superata da 9 regioni, rispetto alle 10 di una settimana fa: Emilia Romagna (52%), Friuli Venezia Giulia (47%), Lazio (42%), Liguria (43%), Piemonte (57%), Puglia (41%), Valle d’Aosta (51%), Veneto (45%) e provincia di Trento (60%).

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