Il Covid-19 in Italia

In Italia 1.325 nuovi contagiati
e 37 decessi. Via libera al green pass

ROMA – Lieve calo giornaliero di neo contagiati e di vittime del Covid in Italia. Ieri infatti sono stati 1.325 i positivi al test e 37 le vittime. Sono stati 200.315 i tamponi molecolari e antigenici effettuati sul territorio nazionale, col tasso di positività allo 0,7%. Erano ieri 444 i pazienti ancora ricoverati in terapia intensiva, con un calo di 27 unità rispetto a mercoledì. I ricoverati invece con sintomi, ma nei reparti ordinari, sono tuttora 2.888, in diminuzione di 176 unità rispetto alle 24 ore precedenti. I casi complessivi dall’inizio della pandemia sono così saliti a 4.249.755, mentre i morti a 127.190. I dimessi ed i guariti sono invece 4.023.957, con un incremento di 4.533 rispetto a mercoledì, mentre gli attualmente positivi scendono a 98.608, per la prima volta dopo mesi sotto quota centomila.

Nel frattempo, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato il nuovo Dpcm che definisce le modalità di rilascio del Green Pass, ossia quelle le certificazioni verdi digitali Covid-19 che faciliteranno la partecipazione ad eventi pubblici, l’accesso alle strutture sanitarie assistenziali (Rsa) e gli spostamenti sul territorio nazionale.

Come ha reso noto palazzo Chigi, con la firma del decreto si realizzano le condizioni per l’operatività del regolamento Ue sul ‘Green pass’, che a partire dal prossimo 1° luglio garantirà la piena interoperabilità delle certificazioni digitali di tutti i Paesi dell’Unione. In tal modo, sarà assicurata la piena libertà di movimento sul territorio dell’Unione a tutti coloro che avranno un certificato nazionale valido.

Può essere rilasciato ad una delle seguenti condizioni: esser vaccinati contro il Covid (con una o due dosi); essere guariti dal virus; essere risultati negativi a un tampone antigenico o molecolare effettuato nelle 48 ore precedenti.

Sul fronte della campagna vaccinale, invece, una notizia che lascia l’Italia alquanto delusa. Il candidato vaccino anti-Covid denominato CureVac ha difatti dimostrato “un’efficacia del solo 47% contro la malattia Covid-19 di qualsiasi gravità e non ha soddisfatto i criteri di successo statistici prestabiliti”. È stato questo il primo verdetto che giunge dall’analisi ad interim dello studio internazionale di fase 2b/3 condotto su circa 40mila persone (studio Herald). I risultati sono stati comunicati dalla stessa azienda tedesca produttrice del vaccino.

L’analisi ha valutato il vaccino in un contesto di almeno 13 varianti circolanti all’interno del sottoinsieme di popolazione preso in esame. Il vaccino tedesco era uno di quelli su cui l’Ue aveva puntato. Sulla quantità totale di questo candidato vaccino pre-opzionata, la quota per l’Italia sarebbe stata, secondo i dati comunicati in origine dal ministero, pari a 30,2 milioni di dosi.

Il Data Safety Monitoring Board ha confermato un profilo di sicurezza favorevole per il vaccino CVnCoV. Lo studio sta proseguendo fino all’analisi finale e la totalità dei dati sarà valutata per il percorso normativo più appropriato, informa CureVac. “Speravamo in un risultato” intermedio “più forte”, ha affermato Franz-Werner Haas, Ceo di CureVac.

“Riconosciamo che dimostrare un’elevata efficacia in questa ampia e senza precedenti diversità di varianti è una sfida. Mentre procediamo verso l’analisi finale con un minimo di 80 casi aggiuntivi, l’efficacia complessiva del vaccino potrebbe cambiare”, ha precisato il dirigente tedesco. Nell’analisi ad interim sono stati valutati 134 casi di Covid-19. Di questi casi, 124 sono stati sequenziati per identificare la variante che ha causato l’infezione. Il risultato conferma che un solo caso era attribuibile al virus Sars-CoV-2 originale. Più della metà dei casi (57%) è stata causata da varianti preoccupanti (Voc).

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