Il Covid-19 in Canada

Alberta, duemila casi in un giorno
I medici: “Ci vuole l’esercito”

EDMONTON – Numeri che fanno paura. L’Alberta, che fino a pochi giorni fa era “stay open for good”, venerdì ha registrato 2.020 nuovi casi di Covid-19 (su un totale di 17.000 test effettuati). Un’enormità, se si considera che l’Alberta ha poco più di 4,3 milioni di abitanti. Per fare un paragone: ieri l’Italia, che di abitanti ne ha oltre 60 milioni, ha registrato 3.838 nuovi casi (su un totale di 263.571 tamponi analizzati). Lo stesso tasso di positività dell’Alberta non lascia spazio a dubbi: 11,7 per cento.

Il numero di nuovi casi rilevato venerdì – il 70% dei quali non vaccinato – è il più alto che la provincia abbia visto dallo scorso 7 maggio, quando ne erano stati segnalati 2.032. E, adesso, sono più di 19.000 casi attivi di Covid-19 nella provincia.

Di totale emergenza la situazione negli ospedali dove ora sono 911 i pazienti-Covid ricoverati, 215 dei quali in terapia intensiva. Di questi ultimi, 193 non sono vaccinati, ovvero circa il 90%. Complessivamente, comprendendo anche i pazienti non Covid, i posti-letto di terapia intensiva (ICU) occupati in Alberta sono 260. Un numero pericolosamente vicino al totale degli ICU disponibili nella provincia, 286, tant’è che l’Alberta Health Services (AHS) ha aperto, in pochi giorni, nuovi spazi di terapia intensiva portando il totale disponibile a 322 posti-letto.

Ma potrebbe non bastare, visto che nell’ultima settimana il numero di pazienti negli ICU è aumentato del 13%.

La situazione, insomma, è esplosiva. A tal punto che i leader di diversi sindacati che rappresentano gli operatori sanitari in Alberta hanno scritto una lettera al premier Jason Kenney di richiedere assistenza sia ai militari che alla Croce Rossa.

“Vi esortiamo con la massima fermezza a chiedere al governo federale di schierare immediatamente l’esercito, la Croce Rossa e tutte le risorse di personale medico disponibili di altre province per assistere gli ospedali sopraffatti della nostra provincia”, si legge nella lettera, datata 18 settembre.

Il documento, firmato dal presidente della United Nurses of Alberta Heather Smith, dal presidente della Health Sciences Association of Alberta Mike Parker, dal presidente della CUPE Alberta Rory Gill e dal presidente della Alberta Federation of Labour Gil McGowan, evidenzia la drammatica situazione in cui versa il sistema sanitario della provincia dove solo nello scorso weekend sono scattate nuove restrizioni – in stile lockdown – decise dal premier Jason Kenney che ha dovuto rinunciare al suo slogan “stay open for good” di fronte al dilagare del virus.

La paura fa novanta e nelle ultime ore la provincia ha visto un picco nelle vaccinazioni: per settimane le somministrazioni erano state meno di 10.000 al giorno, venerdì se ne sono registrate in ventiquattr’ore oltre 28.000, 16.231 delle quali erano di prima dose: il numero più alto dal 5 giugno scorso.

Ad oggi, la provincia ha somministrato più di 5,75 milioni di dosi di vaccino. Della popolazione ammissibile, l’80,1 per cento ha ricevuto almeno una dose, mentre il 71,8 per cento è ora completamente vaccinato. Sperando che non sia troppo tardi, visto che soltanto venerdì sono morte 18 persone.

In alto, il cartello della Emergency Room al Chinook Regional Hospital di Lethbridge, Alberta (foto di Graham Ruttan da Unsplash)

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