Tragedia in Nepal: strage di alpinisti italiani, disperso un italocanadese
TORONTO – Tragiche scalate in Nepal: in due differenti incidenti, avvenuti a pochi giorni di distanza, sono morti diversi alpinisti e di uno, un italocanadese, non c’è più traccia.
Il primo incidente è quello occorso ai due scalatori italiani Alessandro Caputo e Stefano Farronato, travolti da una valanga venerdì fa mentre stavano tentando di scalare il Panbari (6.887 metri) sull’Himalaya. Oggi, la Farnesina ha confermato il loro decesso: i loro corpi senza vita sono stati trovati sepolti sotto tre metri di neve. Farronato aveva 51 anni ed era originario di Bassano del Grappa (Vicenza): era uno scalatore di esperienza, con un curriculum che includeva numerose spedizioni in luoghi remoti del pianeta ed escursioni alpinistiche in Ecuador, India e Cina. Caputo, 28 anni, era un maestro di sci, originario del Milanese. Si è invece salvato per caso il capo spedizione, Valter Perlino, 64enne di Pinerolo (Torino), che era arrivato a circa 6.000 metri assieme ai due compagni di scalata, ma poi era rientrato al campo-base, a 4.800 metri, per problema ad un piede. che è stato, di fatto, la sua salvezza.
L’altro incidente è invece avvenuto ieri sulla Dolma Khang, vetta di 6.300 metri al confine settentrionale del Nepal. Numerosi gli alpinisti coinvolti: Paolo Cocco, fotografo 41enne ed ex vicesindaco di Fara San Martino (Chieti); l’alpinista il biologo e scalatore Marco Di Marcello, 37enne originario di Teramo ma residente a Calgary, in Alberta; il 30enne altoatesino Markus Kirchler; lo scalatore tedesco Jakob Schreiber; il trekker francese Christian Andre Manfredi; due guide alpine nepalesi, Padam Tamang e Mere Karki.
Secondo quanto riportato dai soccorritori, gli alpinisti Cocco e Di Marcello facevano parte – insieme alla guida nepalese Padam Tamang – di una spedizione organizzata da ‘Dreamers Destination Treks’; l’altro italiano Kirchler, era con il tedesco Jakob Schreiber, parte di un team separato di ‘Wilderness Outdoors’, mentre l’escursionista francese Manfredi era con ‘Yatri Treks’. Oltre a loro, c’erano anche tre guide nepalesi e due francesi (Isabelle Solange Thaon e Didier Arman Berton) trovati vivi e trasportati in elicottero a Kathmandu per le cure necessarie.
È stato trovato morto, invece, Paolo Cocco: la notizia del ritrovamento del suo corpo è stata comunicata al fratello dell’alpinista e diffusa dal sindaco di Fara San Martino, Antonio Tavani.
Si continua però a sperare, mentre scriviamo, per l’alpinista italocanadese che era con Cocco, Marco Di Marcello. Come scrive Il Messaggero, infatti, il segnale del radiosatellitare in suo possesso ieri continuava ad aggiornarsi costantemente ogni quattro ore: l’ultima rilevazione, quella delle 16.44 (ora italiana), mostrava la posizione del 37enne ad una distanza di circa 200 metri in quota dall’ultimo segnale. Stando ai dati forniti dalla famiglia, dunque, Di Marcello – scrive ancora Il Messaggero come si vede nello screenshot qui sotto – potrebbe essere ancora in vita e in cammino.
Di Marcello è del resto una guida molto esperta: membro dell’associazione delle Guide Alpine Canadesi, biologo presso il Centro di Ricerca sui Mitocondri in Austria, esploratore e membro attivo del team internazionale Explora Nunaat dal 2011, conosce profondamente quelle zone del Nepal e l’Himalaya in particolare, che considera con orgoglio la sua seconda casa.

Purtroppo, le informazioni che arrivano sugli altri alpinisti (morti o dispersi?) sono frammentarie: lo stesso Consolato di Calcutta, competente per il Nepal, riporta una situazione molto complessa, con comunicazioni difficili e diverse famiglie italiane che non riescono a mettersi in contatto con i propri cari.
Non solo: le guide nepalesi sopravvissute avrebbero parlato di ritardi nei soccorsi. L’incidente è avvenuto nell’impervia valle di Rolwaling, dove gli elicotteri possono accedere solo con diverse autorizzazioni governative. E questo avrebbe bloccato i soccorsi per ore, nonostante le ripetute chiamate da terra.
In alto, da sinistra: Marco Di Marcello e Paolo Cocco a Katmandu in una foto pubblicata sul profilo Facebook di Marco prima di iniziare la salita
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