Toronto

Dimissioni Tory,
clima di incertezza
a City Hall

TORONTO – È un budget operativo che porta la firma di John Tory quello che deve essere presentato al consiglio comunale questa settimana. Ma è di appena tre giorni fa una conferenza in cui in tutta fretta il sindaco di Toronto ha annunciato le sue dimissioni dopo che è diventata di dominio pubblico la sua “relazione con un membro dello staff”. Una relazione, ha detto Tory, che “non soddisfa gli standard a cui sento di dover aderire come sindaco e come padre di famiglia” e che sarebbe iniziata durante la pandemia di Covid-19, quando lui e sua moglie da 40 anni trascorrevano “lunghi periodi separati”. Con evidente imbarazzo e nervosismo il sindaco, ormai quasi ex, ha detto che si dimetterà per “riflettere sui miei errori” e “per impegnarmi a riacquistare la fiducia della mia famiglia”.

Una rivelazione, questa, giunta come un fulmine a ciel sereno e che lascia Toronto in un clima di incertezza fino all’elezione di un nuovo primo cittadino.

Elezione, che tra l’altro, comporterà anche una spesa per la città appena pochi mesi dopo le elezioni municipali dello scorso ottobre.

Al momento, fino a quando non presenterà una lettera di dimissioni – non è chiaro quando intenda farlo – Tory è ancora il sindaco della città. In base alla nuova legislazione che conferisce poteri forti ai sindaci, la città di Toronto e la città di Ottawa sono tenute a tenere elezioni suppletive per ricoprire il seggio di sindaco: fino ad allora, il vicesindaco Jennifer McKelvie assumerà l’incarico.

Le dimissioni di Tory arrivano in un momento critico per la città che è in procinto di approvare il budget di quest’anno. Con il sindaco in veste di unico responsabile del bilancio, resta da vedere cosa accadrà alle proposte di Tory, che includono un controverso aumento del budget della polizia. “Suggerire che gli eventi delle ultime 24 ore in qualche modo invalidino molti mesi di lavoro, quel migliaia di input e tutte le consultazioni che sono state fatte fino ad oggi è puramente politico e falso – ha detto il consigliere Brad Bradford – francamente, penso che troppe persone in consiglio siano state troppo ostruzioniste per troppo tempo… ci sarà la volontà di alcuni di loro di bucare il pallone…”, ha affermato.

Che il sindaco Tory, al suo terzo mandato – primo con i poteri attribuitigli dalla provincia – abbia preso decisioni destinate ad essere approvate senza se e senza ma era ormai chiaro. Con otto consiglieri dalla sua parte far approvare l’aumento di 48,3 milioni di dollari alla polizia di Toronto e quello pari a 53 milioni al Toronto Transit Commission, sarebbe stata una passeggiata.

Probabilmente la maggior parte dei consiglieri vorrà continuare sulla stessa strada ma questo non è scontato. Il consigliere Stephen Holyday ha affermato di ritenere che alcuni tenteranno di utilizzare l’incertezza causata dalle dimissioni del sindaco per portare avanti programmi come il defunding della polizia o per rivedere l’aumento delle tasse su base annua del 7 per cento.

Il sindacato CUPE non ha perso tempo a twittare “Rottamate il budget di Tory. Abbiamo bisogno di alloggi a prezzi accessibili, trasporti pubblici migliori e servizi pubblici funzionanti”.

Intanto sono in tanti a cullare l’idea di candidarsi alla poltrona di primo cittadino: mentre alcuni non lo hanno ancora detto in modo esplicito, il candidato sconfitto lo scorso ottobre da Tory, Gil Penalosa, non si nasconde dietro un dito. “Se ci saranno le elezioni, come presumo che ci saranno, mi candiderò di nuovo”, ha dichiarato.

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