Toronto

Corsa a sindaco, si va
verso la polarizzazione
del consenso

TORONTO – La corsa a sindaco entra nel vivo, a tre settimane esatte dall’appuntamento alle urne. Parte la fase decisiva di questa campagna elettorale, dove i rapporti di forza tra i candidati iniziano a prendere una fisionomia ben precisa e dove l’elettorato torontino comincia ad avere un’idea meglio definita su chi indirizzare il proprio voto in vista delle elezioni del 26 giugno.

I sondaggi, che in questo periodo con cadenza quasi quotidiana misurano il polso e gli umori degli elettori, stanno certificando nell’ultimo periodo come sia in corso un processo di polarizzazione del consenso, dove i tre bacini elettorali da cui attingere voti indirizzano le loro preferenze verso determinati candidati a discapito di altri. Una dinamica, questa, che si è ripetuta con una certa continuità nella corsa a sindaco di Toronto, ogni qual volta c’è stata gara vera, cioè quando la sfida è stata tra candidati con reali speranza di vittoria. Dobbiamo quindi escludere le elezioni del 2006, quando David Miller sbaragliò Jane Pitfield, quelle del 2018 – con John Tory che ebbe vita facile contro Jennifer Keesmaat – e quelle del 2022, quando lo stesso ex sindaco non ebbe alcun problemi a farsi eleggere per la terza volta contro Gil Peñalosa.

Nel 2010 le elezioni torontine furono una corsa a tre, con i candidati ben radicati in un determinato spazio politico: Rob Ford a destra, George Smitherman al centro e Joe Pantalone a sinistra. Ad avere la meglio fu il primo. Nel 2014 ecco ripetersi la stessa dinamica, con le candidature a destra di Doug Ford, al centro di John Tory e a sinistra di Olivia Chow.

Ora, in questa tornata elettorale, si sta riproducendo questo effetto di polarizzazione, anche se la presenza di numerosi candidati di peso rende questo processo più frastagliato e meno omogeneo. A sinistra l’elettorato progressista la sua scelta l’ha già fatta. Olivia Chow, con il 38 per cento delle intenzioni di voto – secondo il sondaggio presentato ieri dalla Forum Research – è saldamente al comando, con un margine molto ampio rispetto ai contendenti.

A destra l’elettorato conservatore sembra aver puntato su due diverse opzioni: la prima è quella rappresentata dall’ex capo della polizia di Toronto, Mark Saunders, che si stabilizza al 13 per cento e che registra un leggero calo rispetto alle ultime rilevazioni statistiche. La seconda invece è quella di Anthony Furey, in continua ascesa, che ieri per la prima volta è andato in doppia cifra – 10 per cento – e che sta registrando un’impennata dei consensi nell’ultima settimana.

Al centro, invece, è davvero bagarre, con i vari candidati che sgomitano per crearsi il proprio spazio politico e che, allo stesso tempo, si ostacolano a vicenda, impedendo a un pretendente di emergere con più forza rispetto agli altri. Secondo la Forum Josh Matlow si attesta al 12 per cento, Ana Bailao non va oltre l’8 per cento, Mitzie Hunter crolla al 7 per cento e Brad Bradford in netto calo al 5 per cento. Andando a sommare queste intenzioni di voto, ci troveremmo al 32 per cento.

Ma come abbiamo già sottolineato dall’inizio di questa campagna elettorale, la presenza di numerosi candidati con legittime speranze di vittoria non fa altro che favorire la front runner, in questo caso la Chow, che con un terzo dei consensi potrebbe mettere ben presto in cassaforte la vittoria finale, a meno che non vi siano terremoti politici dell’ultima ora.

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