Tassa della decenza per spalle nude e gambe scoperte

di corriere canadese del 12 September 2018

TORONTO - C’è chi ce l’ha largo sopra. E chi ce l’ha corto sotto.
Il soggetto è delicatuccio, ma non nel senso dei malpensanti. Qui trattasi dell’abito che le aspiranti consorti indossano quando debbono dire sì.
Sposarsi, oggidì, sta passando di moda. E quando avviene, la cerimonia viene trattata come un happening, un evento dove è imperativo farsi notare per quanto spendi, come ti comporti e come ti vesti. Per esempio, la sposa nella foto - 47 anni, tre figlie ed un ex marito - è l’attrice Denise Richards.
La Denise ha pensato bene di sfruttare il suo secondo “yes” per suonare la grancassa della pubblicità e rilanciare la sua carriera di cellulite, pardon, di celluloide.
Ed allora ecco il vestito bianco corto come il naso di Pinocchio quando non sparava palle. Non è che la lunghezza dell’abito si spiega con la necessità di risparmiare sul costo di un paio di metri di stoffa. Perchè il vestito era “firmato”, da un artista della moda dal nome italico, Mark Zunino, le cui creazioni costano come un occhio e mezzo della testa.
La sposina quasi cinquantina ed il maestro della forbici hanno concepito, e realizzato, l’abbigliamento nuziale, in appena 24 ore. L’idea era di attirare l’ettenzione di tutti sulle belle zampe, pardon gambe, della diva di cellulite, e dalli, volevo dire di celluloide.
La sceneggiata hollywoodiana è arrivata, tramite le vie del cielo, ossia l’Internet, in un paesetto in provincia di Venezia, che si chiama Mira, il cui parroco è Cristiano Bobbo.
Don Cristiano ha avuto la pensata di racimolare qualche soldino extra per riverniciare la canonica attraverso una tassa speciale al grido di guerra: «Chi più si presenta svestita più paga».
Questo specialissimo Don Abbondio non è come quello di manzoniana memoria del matrimonio “non s’ha da fare, nè domani, nè mai».
Lui, don Bobbo, i matrimoni li vuole officiare, eccome. Ma se la sposina si presenta con profonde scollature e spalle scoperte, nella busta per il “pagamento” del servizio deve aggiungere una sommetta extra sotto la voce “tassa per la decenza”. Chiaramente la trovata di don Cristiano ha diviso l’opinione pubblica all’insegna della moda “chi la vuole cotta e chi la vuole cruda”.
La “partita” tra i favorevoli alla tassa e i contrari finoi a ieri era in pareggio, meta’ coloro che volevano cotta e metà per i crudisti. Ora sui tempi supplementari della sfida di don Cristiano incideranno le gambe di Denise.
Anche perchè la tassa originare riguardava scollature troppo profonde e spalle troppo nude. Ora ci sono anche le gambe scoperte

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