TORONTO – È stato premiato, onorato e consegnato alla storia, il calcio che fu.
Sul Muro dell’Onore hanno trovato posto nove personaggi che hanno contribuito a portare lo sport del pallone da “bush league” (definizione della stampa inglese) ai livelli mondiali che competono al “beautiful game”.
Se oggi il calcio è popolarissimo anche a Toronto lo si deve, in buona parte, a coloro che nella nostra comunità hanno giocato, organizzato e supportato il pallone.
I nove personaggi che l’organizzazione Toronto Azzurri (52mo anno di attività, congratulazioni) ha immortalato sul Muro dell’Onore rappresentato il calcio che fu, quello eroico del dopoguerra.
Ma Alberto De Rosa, Paul Stalteri, Paul D’Agostino, Mario Peruzza, Lucky Raso, Tony Cipriani, Basilio Policaro e Joe D’Urso rappresentano anche il calcio di oggi, quello delle nuove generazioni, cui hanno dato la rampa di lancio utilizzata per spiccare il volo nel mondo del pallone che conta.
Tutti i personaggi onorati nel discorso di ringraziamento hanno anche menzionato i padri storici della Westewood - Principe, Pagliuso, Sinicropi, Ciccolini - e anche figli, nipoti e la nuova generazione alla quale hanno lasciato il testimone sotto forma di un calcio non più ghettizzato ma aperto ed accessibile a tutti.
Uno degli intervenuti ha sottolineato come ancora del 1968 alcuni club calcistici della città erano restii ad accettare ragazzi italiani. Poi venne la Westwood Young Generation e le cose cambiarono, radicalmente.
L’avvocato presidente degli Azzurri, Frank Ciccia, ha ricordato ai presenti che il club continua a svolgere un ruolo sociale di primo piano sponsorizzando programmi a favore dei ragazzi meno abbienti.
Il presidente ha ringraziato il sergente in pensione Steven Hicks per il suo continuo coinvolgimento nei programmi sociali e presentato il nuovo dirigente del club, Ron Smale, che ha il compito di organizzare il terzo torneo internazionale Under 17 che si terrà ai primi di luglio, probabilmente con una squadra della Juve. A proposito della Juve, tra gli ospiti d’onore c’era anche Roberto Bettega: «Quest’anno dovrebbe essere la volta buona, vinceremo la Champions», ha detto.
Tra i premiati, i “vecchi leoni”, in particolar modo, Alberto De Rosa e Lucky Raso, si sono emozionati nel ricevere il premio. A Lucky è anche scappata qualche lacrimuccia. «Questa sera, in questa sala, vedo il film dei 50 anni della mia e della nostra vita calcistica», ha sussurrato un emozionato Tony Cipriani.
Più pragmatici gli interventi di Paul D’Agostino e Paul Stalteri i quali hanno riconosciuto che il successo del calcio in generale, ed il loro personale, sono strettamente legati a quello che hanno saputo fare gli italiani dal dopoguerra in poi.
D’Agostino ha sottolineato il senso di cameratismo, e di amicizia, che da 52 anni unisce gli Azzurri, facendo del club un punto d’incontro della vita di tante persone.
La festa che ha sancito, per il terzo anno consecutivo, l’ingresso nella Hall of Fame, si è tenuta nella sala Fantana Primavera, ed è stata sapientemente condotta in tandem da Paolo Canciani e Roberto Iarusci.