
Ora resta da capire se e come le velate minacce che arrivano dall’entourage del presidente eletto - che venerdì entrerà ufficialmente alla Casa Bianca - potranno concretizzarsi. Stando ai dati ufficiali del 2016, lo scorso anno il valore delle automobili assemblate, prodotte ed esportate dal Canada verso gli Stati Uniti ha raggiunto quota 60 miliardi di dollari. Attualmente sono cinque le case automobilistiche che hanno stabilimenti nel nostro Paese: Ford, General Motors, Fiat Chrysler, Toyota e Honda. Senza dimenticare l’immenso sottobosco costituito dal settore della componentistica auto, sviluppatissimo in Ontario, che vive in simbiosi con la produzione a larga scala di autovetture nei grandi stabilimenti.
Il governo federale, per ora, ha deciso di non intervenire direttamente in questo delicato dibattito. Si vuole aspettare l’insediamento ufficiale del 20 gennaio e, da quel momento, le possibili nuove politiche commerciali dell’amministrazione Trump. In ogni caso è evidente che la presa di posizione ufficiale del portavoce del presidente eletto abbia provocato preoccupazione nelle stanze del potere a Ottawa.
La volontà, in generale, è quella di dare vita a delle relazioni proficue con il nuovo presidente americano, ma allo stesso tempo l’esecutivo liberale sente la pressione su un comparto produttivo - quello automobilistico - che nonostante il progressivo calo degli ultimi anni ha ancora un peso decisivo nell’economia canadese e in quella dell’Ontario.