
Il Canada, dal canto suo, continua a premere sul fronte degli standard sulle condizioni di lavoro, che vorrebbe uniformi per garantire competitività ai lavoratori canadesi su salari e benefit. Ottawa, inoltre, sta difendendo con forza i meccanismi di tutela del settore dei latticini e di altri comparti agricoli - quote latte in primis - contro il tentativo da parte di Washington di inserire l’agroproduzione negli accordi del Nafta, visto che dal 1994 ad oggi non ne hanno fatto parte.
Un altro punto di frizione, evidente, è il braccio di ferro lontano dai riflettori sul settore automobilistico. In particolare gli Stati Uniti vorrebbero non solo aumentare la percentuale di “local content” per le macchine prodotte in Nord America, ma addirittura vorrebbe aggiungere anche una sotto clausola che tuteli “l’American content”.
Una proposta - non ancora ufficiale, secondo le fonti contattate dal Corriere Canadese nella fase di negoziato - che non può essere accettata né dal Canada né dal Messico, che su questa questione non ci vogliono proprio sentire.
Un discorso simile si può fare poi per il Chapter 19, il meccanismo utilizzato fino a questo momento per risolvere le dispute inerenti ai dazi doganali. L’amministrazione Trump considera questo strumento “obsoleto e inefficiente”, e vorrebbe eliminarlo completamente. Il Canada, al contrario, ha sottolineato come in tutti questi anni il Chapter 19 abbia sempre risolto le dispute sorte tra i singoli Paesi. Sul tema un accordo è ancora in alto mare. In ogni caso, chiuso il terzo round di negoziati, inizia una fase di pressing diplomatico per cercare di smussare gli angoli e ricomporre le fratture. Il ministro degli Esteri Chystia Freeland nei prossimi giorni sarà impegnata in una lunga serie di incontri con la controparte americana e con quella messicana. Lo stesso primo ministro Justin Trudeau andrà in Messico ad incontrare il presidente Enrique Peña Nieto per fare il punto sui passi avanti raggiunti nel negoziato e le zone d’ombra che devono ancora essere risolte. Il leader liberale, inoltre, andrà anche negli Stati Uniti per una serie di incontri, anche se non è stato ancora confermata una sua possibile visita alla Casa Bianca.