Senza il Cusma aumenta il rischio recessione
TORONTO – Nel caso in cui dovesse saltare il Cusma, il Canada andrebbe dritto dritto verso la recessione economica. A lanciare l’ennesimo allarme è un nutrito gruppo di economisti ed esperti, che hanno ribadito come la presenza dell’accordo di libero scambio tra il Canada, gli Stati Uniti e il Messico ha attutito gli scossoni provocati dai dazi Usa e dalla guerra commerciale scatenata da Donald Trump. Ma senza questo ombrello protettivo, l’intera economia canadese subirebbe l’impatto delle tariffe e nessun comparto produttivo verrebbe risparmiato.
Insomma, diventa davvero fondamentale per l’esecutivo canadese riuscire a difendere l’accordo, che entrerà da gennaio nella fase di rinegoziazione fino al prossimo luglio.
Alcuni esperti, interpellati dalla Canadian Press, hanno avvertito che questa protezione per l’economia è a rischio nel 2026, mentre i funzionari commerciali nordamericani si preparano a una revisione dell’accordo Canada-Stati Uniti-Messico, o Cusma.
“Sarebbe lo scenario peggiore in cui l’accordo Cusma venisse praticamente eliminato o non rinnovato”, ha detto Tony Stillo, direttore dell’economia canadese presso Oxford Economics.
“E questo metterebbe tutto il peso delle attuali tariffe, senza conformità, esenzioni o eccezioni, sull’economia.”
Nel corso del 2025, l’amministrazione Trump ha imposto ondate di dazi su diversi prodotti utilizzando vari meccanismi e giustificazioni. Oltre alle elevate tariffe specifiche settoriali su industrie chiave come l’acciaio, l’alluminio e il legname tenero, l’attuale dazio generale sui prodotti canadesi diretti negli Stati Uniti è del 35 per cento.
Ma la stragrande maggioranza delle imprese canadesi che esportano negli Stati Uniti non paga quella tariffa. I dati dell’U.S. Census Bureau hanno mostrato che il 90 per cento dei beni canadesi entrava negli Stati senza dazi doganali a luglio. Secondo il governo canadese, invece, l’85 per cento dell’export del nostro Paese verso gli Usa è esente dai dazi doganali americani. Questo perché i beni conformi al Cusma sono esentati da quei dazi generali dagli Stati Uniti.
William Pellerin, avvocato specializzato in commercio internazionale presso McMillian LLP, ha affermato che la conformità al Cusma può essere un processo semplice o “molto, molto complicato.”
In sostanza, le aziende possono dimostrare la loro conformità all’accordo commerciale dimostrando che il loro prodotto — un cacciavite, un maglione, un mobile — è stato sostanzialmente prodotto in Canada.
Pellerin ha detto che l’idea dei dazi tra partner commerciali nordamericani va contro l’accordo stesso, ma consentire l’esenzione Cusma è una sorta di soluzione alternativa per l’amministrazione Trump.
Attualmente, solo le tariffe generali del 35 per cento — non quelle specifiche per settore sulle industrie dell’acciaio o dell’alluminio, ad esempio — sono idonee all’esenzione Cusma
Il primo ministro Mark Carney ha citato l’esenzione Cusma come uno dei fattori che danno al Canada, come l’ha definito lui, “il miglior accordo commerciale di qualsiasi paese con gli Stati Uniti.”
Tenendo conto dell’esenzione e dei dazi in corso sulle industrie duramente colpite, la Banca del Canada ha dichiarato nelle sue previsioni aggiornate di ottobre di fissare il tasso tariffario effettivo o medio degli Stati Uniti sul Canada al 5,9 per cento, rispetto a quasi zero all’inizio dell’anno.
“La politica commerciale degli Stati Uniti rimane imprevedibile e i dazi potrebbero aumentare o ampliarsi nel breve termine. La prossima revisione del Cusma rappresenta anche un’incertezza in corso,” recita il rapporto di politica monetaria del terzo trimestre della banca centrale.
Oxford Economics fissa l’aliquota media dei dazi leggermente più alta, al 6,3 per cento.

