TORONTO - Ci sono persone che hanno una bussola morale.
Cercano di vivere nel contesto dei valori sociali che innalzano a livelli virtualmente irraggiungibili gli ideali collettivi, che i romantici hanno stabilito come standard dell’etica del loro paese, in epoche (ormai) passate.
Rappresentano e hanno rappresentato il concetto di dovere e obbligo nazionali nei confronti di un proprio concittadino.
John McCain è stato quel tipo di persona.
Tipicamente riversiamo su un defunto le lodi che quando era in vita facevamo fatica a riconoscergli, in sua presenza, come membro ancora presente nella nostra comunità. Il senatore McCain se l’è guadagnate e le ha ricevute quand’era ancora tra i vivi. Stoico nei tempi difficili, determinato in circostanze più favorevoli, un fuoriclasse in tempo “di guerra e di pace”. Candidato mancato per la carica più alta del paese, ha combattuto infaticabilmente per quegli ideali che caratterizzavano l’America di una volta.
Aveva sempre ragione? Improbabile. Eppure, è stato un eroe in una guerra impopolare che, secondo alcuni, ha trasformato l’America, al prezzo di torture umilianti, fisiche e psicologiche, subite per cinque anni prigioniero nei campi vietnamiti. Lo ha fatto per il suo paese, i suoi amici, i suoi vicini e la struttura dei valori che hanno generato la democrazia americana, anche se con i suoi nei e i suoi difetti. Gli altri hanno raggirato il dovere.
Il senso del dovere sembra aver permeato e motivato il suo cursus honorum politico. Gli ha fatto guadagnare il rispetto degli altri politicanti “sull’altra sponda del divario politico”. L’interesse pubblico e nazionale ha prevalso su quelli più strettamente partitici. Cosa rara nell’ambiente odierno, super-partitico, del Congresso; o in effetti, del nostro Parlamento canadese. Pare che avesse afferrato seriamente il concetto di incarico pubbico per amor di “Dio e del paese”. “Dio” viene spesso e pubblicamente alternato con “il popolo”. Ma era inflessibile con quelle persone che tentavano seriamente di distruggere e denigrare gli altri.
Non ha fatto eccezione neppure per la loro posizione: umile o superbo, donna o uomo, disturbatore di parte o Presidente. Ha rincorso l’elezione per l’incarico maggiore “per fare qualcosa” piuttosto che “per essere qualcuno”. C’è carenza di persone così. Una carenza che va aumentando con la scomparsa di John Mc- Cain.
Requiescat in pace.
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