TORONTO - Il numero di annunci del governo federale vortica nel vento come il contenuto di una federa strappata sulla cima di una montagna. I critici diranno "con tanto peso".
Tuttavia, entro il 22 agosto 2019, questo cambierà. Il Consiglio dei Ministri - Gabinetto - dovrà pronunciarsi su una petizione al Gabinetto presentata da due candidati dichiarati non riusciti nella loro risposta a un invito messo al bando dalla CRTC per una stazione televisiva nazionale tipo 9 (1) (h), stazione che avrebbe fornito notizie e programmi di attualità, così come la programmazione etnica. E obbligato alle società cavo e satellite di mettere a disposizione dei loro utenti.
La CRTC, due anni dopo aver pubblicato il bando per proposte (secondo l’Avviso di Consultazione sulla Radiodiffusione 2018-127), ha restituito tale licenza con il sussidio allegato, valutato a circa $ 20 milioni all’anno, al colosso delle comunicazioni che si era dimostrato riluttante o incapace di consegnare i contenuti previsti – cioe’, Rogers Media Inc.
Non fa senso per nessuno. Soprattutto perché gli altri sette aspiranti non hanno nemmeno ricevuto la cortesia di un motivo per il loro rifiuto.
Le petizioni al gabinetto avranno l’effetto di trasferire tale responsabilità sulle spalle del Consiglio dei Ministri. In bocca al lupo.
In sostanza, comunque deciderà, il Consiglio dei Ministri diventera’ quindi il proprietario della decisione della CRTC, con conseguenze giuridiche, costituzionali e politiche di ampio respiro nel mezzo di un ambiente elettorale. Uno dei firmatari (ICTV-MTL) ha anche presentato istanza al Tribunale federale, sostenendo, tra l’altro, il conflitto di interessi – in prima lettura, probabilmente di primissimo ordine - e chiedendo come conseguenza il licenziamento del presidente e del vicepresidente del CRTC.
La loro decisione non rifletteva i parametri voluti della stessa CRTC indicati nella richiesta di proposte.
Tieni presente che la stesso CRTC aveva identificato la necessità di una stazione di notizie e attua- lità dopo che Rogers-Omni hanno interrotto bruscamente la loro programmazione nel 2015, licenziando centinaia nel processo.
Lasciando, nel frattempo, il 22% della popolazione canadese (sette milioni dei nostri connazionali che lavorano in una lingua diversa dall’inglese, dal francese o da una lingua aborigena) senza alcuna stazione TV che o.re notizie e attualità da una prospettiva nazionale, quotidianamente, in la loro lingua.
Il Corriere Canadese (Gruppo Corrcan Media) si era fatto avanti con una proposta per colmare questa esigenza con un programma per fare proprio questo, per i 20 più numerosi gruppi linguistici – quelli di terza lingua, gli “Allofoni” - identificati da StatsCan nel suo rapporto del 17 agosto 2017: ARABIC, CANTONESE, COREANO, FARSI, TEDESCO, GRECO, GUJURATI, HINDI, ITALIANO, MANDARINO, PILIPINO (TAGALOG), POLACCO, PORTOGHESE, PUNJABI, RUSSO, SPAGNOLO, TAMIL, URDU e VIETNAMESE, tra gli altri.
Degli otto candidati, da solo ha offerto contenuti prodotti in casa, usando esperti giornalisti canadesi, offrendo quotidianamente notizie da una prospettiva canadese nella lingua del pubblico previsto.
Anche questo è stato respinto a favore di Rogers-Omni.
Nessun motivo fornito. Corrcan ha presentato una petizione al Gabinetto e ha offerto una soluzione totalmente consistente con la giurisdizione del Gabinetto… volendo. E c’è dell’altro.