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Terza ondata Covid
tra rischi, timori e cauto ottimismo  

TORONTO – Con il progressivo rallentamento della curva dei contagi, i virologi canadesi si interrogano sui rischi rappresentati da una futura ipotetica terza ondata della pandemia. Anche in questo caso – seguendo un copione che ormai abbiamo imparato bene, sia in Canada che in Italia – la comunità scientifica è divisa.

Se la maggioranza degli epidemiologi ritiene che sia probabile un nuovo aumento dei casi, altri virologi di spicco come Isaac Bogoch credono che una terza ondata nel nostro Paese sia evitabile, a patto che i vari livelli di governo continuino a utilizzare gli strumenti già usati nell’ultimo anno – lockdown, chiusure mirate, restrizioni – e i cittadini rispettino il più possibile le misure attivate dalla classe politica e dalle autorità sanitarie per frenare il contagio.

Nel caso in cui dovessimo affrontare anche una terza ondata di Covid- 19, ci sono degli elementi per nutrire un cauto ottimismo. Innanzitutto, rispetto a prima, l’avere a disposizione dei vaccini che si sono dimostrati sicuri ed efficaci lascia ben sperare. In Gran Bretagna, ad esempio, dove sono state già immunizzate 15 milioni di persone, nelle ultime settimane abbiamo assistito a un crollo dei casi, dei decessi, dei ricoveri nelle terapie intensive.

Ieri un rapporto della Public Health Scotland ha messo in luce come in generale la presenza sempre maggiore di persone vaccinate ha fatto diminuire in modo significativo le ospedalizzazioni – meno 81 per cento – per gli ultraottantenni con sfumature diverse per chi ha ricevuto il vaccino Pfizer e il vaccino AstraZeneca. Nel Regno Unito ci si continua ad ammalare – si legge nel documento – ma crollano le forme gravi rispetto a quanto accadeva poche settimane fa.

In Canada, se dovesse esserci una terza ondata di Covid-19, la dovremo affrontare con la fascia della popolazione più a rischio – i residenti delle case di cura a lunga degenza – che ha già ricevuto le due dosi di vaccino. In Ontario e in Quebec, le due province più popolose, sta partendo la vaccinazione per la popolazione over 80, alla quale seguirà quella per chi ha più di 70 anni.

Secondo i dati del ministero della Sanità, il Covid-19 in Canada ha provocato 21.269 vittime. Di queste, 14.777 (circa il 70 per cento) avevano più di 80 anni, 4.023 (19 per cento) avevano dai 70 ai 79 anni e 1.610 (7,6 per cento) avevano dai 60 ai 69 anni: in tutto, il 96,6 per cento delle vittime. Se riusciremo a immunizzare le persone sopra i 60 anni entro breve tempo, allora potremo affrontare anche l’eventuale terza ondata partendo da una posizione di relativo vantaggio rispetto a prima.

Resta, tuttavia, l’incognita legata alle varianti. Il ceppo inglese, quello brasiliano e quello sudafricano hanno dimostrato di essere più contagiosi e pericolosi. E resta da capire quanto saranno efficaci i vaccini contro questa nuova minaccia. Gli studi preliminari di Pfizer e Astra- Zeneca hanno dato segnali incoraggianti, ma su questo fronte serviranno risposte definitive.

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