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Arrivi dall’estero, nuova stretta
Ed è ancora caos vaccini

TORONTO – In arrivo in Canada una nuova stretta sugli arrivi dall’estero. Ad annunciarla è stato ieri il primo ministro Justin Trudeau, che non ha fornito alcun tipo di dettaglio ma che ha lasciato intendere come nei prossimi giorni il governo federale approverà ulteriori misure restrittive di fronte alla minaccia rappresentata dalle nuove varianti di Covid-19: quella inglese, quella brasiliana e quella sudafricana.

A testimonianza del fatto che l’esecutivo ha intenzione di agire senza perdere tempo, il primo ministro ha lanciato un nuovo appello con il quale ha chiesto ai canadesi di “cancellare tutti i piani di viaggio” perché il giro di vite potrebbe arrivare entro pochi giorni.

Il governo ha allo studio alcune possibili soluzioni per rafforzare le misure di sicurezza negli aeroporti canadesi e per garantire un migliore controllo e tracciamento dei viaggiatori che arrivano dall’estero e che potrebbero essere potenzialmente vettori dei nuovi ceppi di coronavirus.

In particolare Ottawa sta vagliando la soluzione adottata lo scorso anno – e ancora in vigore – dall’esecutivo australiano, giudicata da molti estremamente dura ma che ha prodotto risultati significativi nel tentativo di frenare la curva dei contagi. In sostanza, tutti i viaggiatori che arrivano dall’estero, senza distinzione, una volta atterrati negli scali internazionali del Canada, sarebbero costretti a trascorre un periodo di quarantena in alcuni hotel designati dal governo, senza possibilità di uscire e senza possibilità di avere contatti esterni con altre persone.

Negli ultimi mesi diversi rapporti dalla Canadian Border Service Agency hanno messo in luce come centinaia di passeggeri sbarcati in Canada fossero positivi. Inoltre molto spesso l’obbligo dell’auto isolamento a casa per quattordici giorni non è stato rispettato e questo ha alimentato la diffusione del contagio. Ora il governo federale è pronto a misure più dure.

Sempre ieri Trudeau ha affrontato ancora una volta il delicato tema del rallentamento delle forniture di vaccino. In mattinata l’Unione europea aveva fatto sapere che, per tutelare la salute della propria popolazione, stava vagliando l’ipotesi di blocco nelle esportazioni dei vaccini prodotti nel Vecchio Continente. Se davvero i Paesi Ue dovessero attivare questa restrizione, il Canada pagherebbe delle conseguenze pesantissime, visto che i due vaccini approvati nel nostro Paese – Pfizer e Moderna – vengono prodotti proprio in stabilimenti Europei.

Trudeau ha voluto minimizzare, sottolineando come quella paventata in precedenza sia un’ipotesi alquanto remota e come, allo stesso tempo, le due compagnie farmaceutiche produttrici del vaccino andranno avanti con la tabella di marcia nelle consegne decisa in precedenza. Allo stesso tempo, i ritardi nella distribuzione del vaccino Pfizer dovrebbero essere riassorbiti entro poche settimane.

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