TORONTO - I canadesi hanno il diritto di conoscere tutta la verità sulla vicenda SNC-Lavalin. A chiederlo a gran voce è stata ieri Jane Philpott, ex ministro del Tesoro del governo liberale che le scorso 4 marzo ha rassegnato le dimissioni in aperta polemica con il primo ministro Justin Trudeau in seguito alle presunte pressioni ricevute da Jodi Wilson-Raybould per arrivare a una procedura extra giudiziaria per i vertici della SNC-Lavalin.
“La mia sensazione - ha raccontato al settimanale Maclean’s, nella prima intervista rilasciata dopo il suo passo indietro - è che i canadesi vorrebbero conoscere l’intera storia. Credo che come politici dobbiamo assicurarci che i canadesi sappiano tutta la verità. Loro devono avere piena fiducia nel principio costituzionale base dell’indipendenza del sistema giudiziario".
Michelle Rempel, ministro ombra conservatore per l’Immigrazione, ha sottolineato come l’intervento della Philpott confermi la gravità della situazione e, allo stesso tempo, la necessità di fare chiarezza una volta per tutte nella controversa vicenda.
La dura presa di posizione della Philpott arriva a ventiquattrore di distanza dalla conferma da parte dello stesso primo ministro che né lei né la Wilson-Raybould saranno allontanate dal caucus liberale. E i conservatori, proprio per protestare contro la decisione della maggioranza di bloccare i lavori della commissione Giustizia sulle presunte pressioni fatte dall’ufficio del primo ministro all’ex Attorney General, hanno continuato a portare avanti la loro protesta in parlamento.
Da mercoledì sera e per tutta la notte, infatti, sono andate avanti le votazioni sui 257 emendamenti presentati dall’opposizione: un voto maratona che ha bloccato i lavori parlamentari e che ha costretto tutti i deputati della maggioranza a rimanere in aula fino a notte inoltrata. E proprio durante le votazioni abbiamo assistito a un siparietto che ha sciolto un po’ la tensione delle ultime ore.
Il deputato conservatore Scott Reid, durante il suo intervento alla House of Commons, ha infatti “accusato. il primo ministro di aver “mangiato un bagel mentre si stava votando., ricordando come il regolamento della Camera vieti espressamente di mangiare all’interno dell’Aula.
Tra il serio e il faceto, è arrivata la risposta di Trudeau. “Voglio scusarmi - ha detto rivolto allo Speaker della House of Commons - per aver mangiato. In realtà si trattava di una barretta di cioccolata”.