Peter MacKay in corsa per la leadership: sarà il candidato da battere

di Francesco Veronesi del 16 January 2020

TORONTO - Peter MacKay in corsa per la leadership conservatrice. La conferma, dopo settimane di voci, speculazioni giornalistiche e smentite, è arrivata ieri pomeriggio attraverso un tweet scritto direttamente dallo stesso ex ministro della Difesa.

A questo punto MacKay diventa il candidato da battere, e questo a prescindere da chi deciderà di scendere in campo per cercare di sbarrargli la strada. Per esperienza politica, relazioni nella classe dirigente e rapporti con le singole associazioni sparse su base territoriale, l’ex vice leader di Harper non ha rivali.

Come abbiamo già scritto nei giorni scorsi, è già pronta anche la squadra che curerà la sua campagna da qui al 27 giungo, giorno in cui nella convention di Toronto sarà scelto il successore del leader dimissionario Andrew Scheer.

Il campaign manager sarà Alex Nuttall, ex deputato conservatore che nel 2017 organizzò la corsa alla leadership di Maxime Bernier, che tuttavia si concluse con una cocente sconfitta. Il direttore delle comunicazioni - ruolo chiave in questo tipo di competizione interna a un partito - sarà invece affidato a Michael Diamond, che invece guidò la campagna elettorale di Doug Ford durante la leadership del Progressive Conservative in Ontario nel 2018.

La candidatura di MacKay è la prima di un certo peso per una corsa alla leadership che si prospetta ben diversa dalla blanda competizione alla quale assistemmo nel 2017. L’annuncio di ieri arriva contemporaneamente alla decisione della ex leader ad interim Rona Ambrose di non candidarsi.

Ma è molto probabile che la sfida di MacKay sarà raccolta da Jeran Charest, ex leader liberale del Quebec con un lungo passato in varie movimenti politici di stampo conservatore prima del 2004 e con un’esperienza da leader del Progressive Conservative federale dal 1993 al 1998.

Stanno pensando seriamente a candidarsi anche i deputati federali Pierre Poilievre ed Erin O’Toole, così come le colleghe parlamentari Candice Bergen e Michelle Rempell, mentre l’mp Marilyn Gladu ha già firmato le carte che ufficializzano la sua candidatura.

Ma il ritorno alla politica attiva di MacKay, ex ministro nell’era Harper e deputato federale dal 1997 al 2015, avrà delle conseguenze dirette anche sulle dinamiche politiche alla House of Commons.

Dovesse vincere la corsa alla leadership, potrebbe cercare di forzare immediatamente la mano per un veloce ritorno alle urne.

Il governo Trudeau infatti non ha una maggioranza parlamentare e la sua sopravvivenza è inscindibilmente legata all’atteggiamento dei partiti d’opposizione.

È evidente che i tory guidati da MacKay cercheranno di far cadere il governo alla prima occasione buona.

Insomma, non è solo la galassia conservatrice a valutare con attenzione le prossime mosse di MacKay, ma anche lo stesso Trudeau.

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