TORONTO - Promossi Chrystia Freeland e Marc Garneau, bocciati Amarjeet Sohi e Ahmed Hussen.
È questa l’istantanea scattata da un sondaggio dell’Angus Reid Institute nel quale i canadesi valutano il lavoro svolto dai ministri del governo guidato da Justin Trudeau.
È il ministro degli Affari esteri a guidare la classifica a quota venti (il risultato si ottiene sottraendo i giudizi negativi da quelli positivi): è evidente che la Freeland gode di una certa popolarità per aver guidato la delegazione canadese nella complicata trattativa sul rinnovo del Nafta che ha portato alla firma dell’Umsca.
Positivo anche il giudizio dato dai canadesi per il ministro dei Trasporti Marc Garneau e per l’Attorney General Jody Wilson-Raybould. Superano ampiamente la sufficienza anche la ministra per la Francofonia Melien Joly e quella per la Scienza e lo sport Kirsty Duncan. Ma in generale sono molto più numerosi i ministri che hanno raccolto un giudizio complessivamente negativo.
Sohi, responsabile per le Risorse Naturali, conquista la maglia nera con un meno 36, tallonato in questo speciale podio dal ministro dell’Immigrazione Hussen.
Quest’ultimo in particolare è stato attaccato da più parti per non essere stato in grado di gestire numerosi file del settore immigrazione, da quello dei rifugiati agli stranieri senza documenti.
Bocciature sonore anche per Bill Blair, il ministro del Lavoro Patty Hajdu, la responsabile degli Affari per gli Indigeni Carolyn Ann Bennett e l’unica italocanadese al governo, la ministra per gli Anziani Filomena Tassi.