TORONTO - Adesso si fa sul serio.
Archiviata una volte per tutte la più grave crisi istituzionale nella storia dei rapporti tra la Provincia e il Comune, a poco più di un mese dall’appuntamento alle urne si entra nel vivo della campagna elettorale.
Che, a differenza del passato, sarà incerta e avvincente.
Il passaggio da 47 a 25 seggi disponibili a City Hall costringerà numerosi consiglieri comunali uscenti a doversi confrontare con ex colleghi desiderosi di conquistare ancora una volta una poltrona in consiglio comunale.
In passato, se in un determinato distretto di Toronto un consigliere avesse deciso di ripresentarsi, per gli sfidanti sarebbe stata un’impresa titanica conquistare il seggio: troppo difficile mettersi contro la macchina organizzativa già in funzione del consigliere, la rete di rapporti instaurati con il territorio durante gli anni del mandato.
E infatti, la sconfitta di un consigliere comunale uscente diventava un evento più unico che raro.
Uno degli ultimi casi è stato quello di Anthony Perruzza che nel 2006 spodestò Peter Li Preti nel ward 8. Adesso cambia tutto.
Per avere in mano un quadro più chiaro della situazione dovremo aspettare la chiusura delle liste per le candidature, riaperte ieri sulla scia della sentenza della Corte d’Appello di mercoledì che ha spianato la strada alla riforma voluta dal premier Doug Ford.
Ma dando una rapida occhiata ai politici che hanno già ufficializzato la loro candidatura nei vari distretti, si scopre come il 22 ottobre sarà battaglia vera in ogni singola circoscrizione.
A partire dalla prossima settimana, quando le liste saranno definitivamente chiuse, andremo ad analizzare tutti i ward di Toronto, con un occhio di riguardo per quelli dove è maggioritaria la presenza di elettori italocanadesi e per quelli dove si candidano esponenti della nostra comunità.
In ogni caso è evidente che il clima d’incertezza non ci accompagnerà solamente lungo la campagna elettorale, ma è destinato anche a durare ben oltre il 22 ottobre. E questo perché con 25 consiglieri comunali la macchina amministrativa del Comune e il suo funzionamento muteranno profondamente rispetto al passato.
Pensiamo solo alla composizione delle singole commissioni comunali, alle pratiche procedurali che si sono rafforzate in questi anni, alla consuetudine amministrativa che sarà per forza di cose rivoluzionata.
In tutto questo discorso a nostro avviso chi ci guadagnerà di più dalla riforma fordiana sarà paradossalmente chi in questi giorni l’ha osteggiata con maggior forza, cioè il sindaco.
John Tory, se dovesse battere la sua avversaria Jennifer Keesmaat, si troverà a dover fare i conti con un consiglio comunale ridotto nei ranghi. E per portare avanti la propria agenda di governo cittadino gli basterà guadagnarsi il sostegno di appena 13 consiglieri comunali, contro i 23 del passato.
In definitiva, saranno rivoluzionati anche i rapporti di forza all’interno di City Hall, con un chiaro sbilanciato dei poteri a favore del sindaco rispetto a quelli dei consiglieri comunali.