Canada

Poilievre: risponderò a Trump per le rime Danielle Smith appoggia Doug Ford

OTTAWA – La debolezza di Justin Trudeau rappresenta un pericolo per il Canada, anche e soprattutto alla luce della vittoria di Donald Trump. Lo sostiene Pierre Poilievre (nella foto sopra), che nel fine settimana ha sottolineato come in questa fase politica il Paese abbia bisogno di un governo affidabile, pronto a tenere testa alla nuova amministrazione americana, che entrerà in carica il prossimo 28 gennaio.

Secondo il leader conservatore, il Canada dovrebbe difendere i propri interessi anche alla luce del fatto che il presidente eletto americano ha intenzione di applicare un dazio doganale del 10 per cento su tutti i prodotti che arrivano negli Stati Uniti dall’estero. E a quanto pare, nella proposta del tycoon newyorchese, anche il Canada dovrà sottostare a questa misura nonostante il trattato di libero scambio nordamericano lo vieti espressamente. “Sarei pronto a rispondere per le rime a Trump – ha dichiarato Poilievre – Prima di tutto, dovremmo essere esentati da tutte queste tariffe doganali. Non posso credere che Trudeau abbia firmato un accordo commerciale con Trump che lasci aperta la possibilità di una tariffa del 10%. Non avrei mai accettato questo”.

Il leader tory ha aggiunto che lavorerà per porre fine all’annoso braccio di ferro sul legname – che da anni divide il Canada e gli Stati Uniti, con tanto di ricorsi continui all’Organizzazione Mondiale del Commercio – e per garantire un’esenzione dalle politiche “Buy American”.

“Ma ancora più importante, combatterò il fuoco con il fuoco”, ha detto, osservando che il Canada ha visto grandi livelli di investimenti in calo e trasferirsi negli Stati Uniti negli ultimi anni. “Voglio indietro i nostri soldi”. Il leader conservatore ha detto che il suo piano a lungo dichiarato per eliminare il prezzo del carbonio al consumo, così come i tagli all’imposta sul reddito e alle tasse sugli investimenti esteri, porranno fine al flusso di investimenti e industria dal Canada agli Stati Uniti.

“Trump vuole i nostri posti di lavoro, Trudeau vuole aiutarlo a prenderli”, ha detto. “Quando sarò primo ministro, tutto questo finirà”.

Trump ha anche promesso riduzioni delle tasse e dei regolamenti per guidare gli investimenti negli Stati Uniti per contrastare la Cina, che secondo lui dovrà affrontare dazi doganali del 60% sulle merci importate.

Il governo liberale ha espresso fiducia nel fatto che la prima amministrazione Trump abbia esentato il Canada sui dazi doganali imposti ad altri Paesi.

Nel frattempo continua il dibattito avviato la scorsa settimana da Doug Ford sul ruolo del Messico nel mercato di libero scambio nordamericano. La premier dell’Alberta Danielle Smith ha dichiarato di condividere le preoccupazioni della controparte dell’Ontario, in particolare sul fatto che la mancanza di dazi messicani su prodotti e materie prime provenienti dalla Cina mette a repentaglio l’intero equilibrio dei Paesi aderenti all’accordo di libero scambio in Nord America.

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