Negoziati in corso per scongiurare gli scioperi

di Mariella Policheni del 12 March 2020

TORONTO - “Nessuna nuova, buona nuova”. Il vecchio modo di dire porta ad interpretare ottimisticamente l’assenza di notizie.

Dopo sei giorni di negoziati, il silenzio del sindacato degli insegnanti cattolici dell’Ontario, potrebbe essere inteso in modo positivo.

In seguito a mesi costellati da negoziati e scioperi a rotazione e non, i rappresentanti dell’Ontario English Catholic Teachers’ Association (OECTA) che annovera oltre 45mila membri, sono al tavolo delle trattative con quelli del governo per trovare un accordo e poter giungere così al rinnovo del contratto di lavoro scaduto il 31 agosto dell’anno scorso.

Sull’andamento delle trattative non è comunque dato sapere: forse perché potrebbe bastare una parola di troppo a mandare a monte il lavoro delle parti e del mediatore. I nervi, si sa, sono tesi.

Il sistema dell’istruzione della provincia continua ad essere nell’occhio del ciclone non solo per quel riguarda le scuole cattoliche ma anche quelle pubbliche e le francesi. Con i negoziati si spera di trovare punti di incontro tra le parti in grado di scongiurare la ripresa - già paventata - degli scioperi dopo il March Break.

Ieri sono ripresi i colloqui con l’Elementary Teachers’ Federation of Ontario (ETFO) che rappresenta 80mila maestri in tutta la provincia così come dopo quella di ieri, anche quella di oggi è una giornata di contrattazione anche per l’Association des Enseignantes et des enseignantes franco-ontariens (AEFO) che rappresenta 12mila docenti. I negoziati presuppongono che le parti siano disposte a concessioni con lo scopo di trovare un terreno comune su cui concordare.

Il governo, la settimana scorsa ha fatto dietrofront su due richieste dei sindacati di categoria: i corsi di e-learning, che dai quattro iniziali sono stati portati a 2 ed infine resi facoltativi mentre il numero degli studenti nelle classi delle scuole superiori, già portata dagli iniziali 28 a 25 è stato ulteriormente ridotto a 23.

Le concessioni su queste due questioni chiave, del tutto inaspettate, non sono state sufficienti però per convincere i sindacati a sotterrare l’ascia di guerra.

Unico sindacato che in questi giorni non siede al tavolo delle trattative è quello dell’Ontario Secondary School Teachers’ Federation (OSSTF) al quale aderiscono 60mila docenti: «L’OSSTF è disposto a negoziare ma non siamo stati ancora invitati a farlo», ha detto il presidente Harvey Bischof.

Le trattative degli altri tre sindacati continuano: la speranza è che lo scoglio rappresentato dall’aumento in busta paga - il governo è disposto a concedere l’1% rispetto al 2% richiesto - venga superato con un atto di buona volontà dei sindacati. Su questo punto, infatti, il governo si è detto inflessibile.

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