Ontario

Meno restrizioni
e aumento dei casi:
i conti non tornano

TORONTO – Il governo provinciale annuncia l’allentamento di alcune restrizioni in numerose regioni dell’Ontario, nonostante l’aumento progressivo dei contagi di Covid-19. Come era già accaduto durante le due ondate precedenti, in determinate fasi sussiste un approccio contraddittorio da parte dell’esecutivo nel delicato tentativo di mantenere un equilibrio tra le esigenze sanitarie e quelle dell’economia.

Ieri, per il quinto giorno consecutivo, nella provincia abbiamo avuto più di 2mila nuovi casi di Covid-19, con valori che non si vedevano da due mesi. La situazione negli ospedali e soprattutto nei reparti di terapia intensiva continua ad essere estremamente preoccupante: la scorsa settimana i ricoveri Covid erano 760, con 305 pazienti in terapia intensiva, ora siamo passati rispettivamente a 917 e 366.

Di fronte a questo progressivo e graduale peggioramento della situazione, con la morsa della terza ondata della pandemia che si fa sentire, il governo provinciale ha deciso di modificare per l’ennesima volta i parametri e le linee guida che regolano il sistema a colori attivato per contrastare il contagio di Covid-19.

Da oggi nelle regioni in zona grigia – lockdown, come Toronto – possono ripartire gli allenamenti all’aperto per gli sport di squadra con un massimo di 10 persone, mentre per le funzioni religiose all’aperto è stato eliminato il limite massimo di persone purché sia garantita la distanza sociale tra i fedeli. Dal 12 aprile riapriranno barbieri e parrucchieri, con l’obbligo di appuntamento per i clienti. Questo nuovo dietrofront da parte del premier non è piaciuto alle associazioni di categoria del settore sanitario, che vedono nella progressiva riapertura dell’economia una possibile minaccia per la potenziale impennata di nuovi casi.

Una presa di posizione molto dura è arrivata dalla Registered Nurses Association of Ontario, l’associazione degli infermieri, che in un documento presentato sabato ha accusato apertamente il governo Ford di aver attuata un piano che “minaccia la vita della gente, con il rischio del collasso del sistema sanitario provinciale e con la chiusura delle scuole”.

“Il ministro della Salute – si legge nel documento – ha dichiarato che le prossime settimane saranno quelle decisive, e ha ragione. Tuttavia, allo stesso tempo, mentre Elliott avverte i cittadini dell’Ontario sulla pericolosità delle nuove varianti, il governo decide di allentare alcune restrizioni attivate precedentemente per tutelare la salute degli stessi cittadini”.

Contemporaneamente è arrivato anche il monito di Theresa Tam. “I modelli e le proiezioni a lungo termine – ha ricordato il Chief Public Health Officer federale – ci indicano una nuova crescita di casi di Covid-19 a meno che le autorità sanitarie locali decidano di attivare stringenti misure di contenimento. Con la crescente circolazione delle varianti, altamente contagiose, il rischio di una epidemia incontrollata è cresciuto esponenzialmente”.

A preoccupare la Tam, in particolare, sono due provincie, il Quebec e l’Ontario. In definita il rischio è quello di dover pagare a duro prezzo nei prossimi mesi le conseguenze di alcune decisioni affrettate da parte del governo, che potrebbe essere costretto a tornare sui suoi passi.

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