Ontario

“Case di cura in crisi, Ford deve agire ora”

TORONTO – “Una situazione di drammatica emergenza. Riassumono con queste poche parole lo stato delle case di cura a lunga degenza oltre 300 medici e attivisti che hanno firmato una lettera che invita il governo Ford ad agire ora per affrontare le epidemie mortali di Covid-19 nelle LTC.

I ’Doctors for Justice in LTC’ si dicono enormemente preoccupati per il benessere degli anziani che nelle case di cura ci risiedono e chiedono al governo Ford di “porre fine alle violazioni dei diritti umani delle persone” e di controllare la diffusione del Covid in queste strutture.

“Solo nella seconda ondata nelle nostre case di cura sono morte oltre 1.500 persone. Questa settimana ci sono stati 171 decessi, praticamente ogni ora una persona soccombe al virus, quindi se questa non è un’emergenza, che cos’è?”, ha detto il dottor Amit Arya, esperto nelle cure palliative e specializzato nelle cure a lunga degenza oltre che cofondatore di ’Doctors for Justice in LTC’.

Arya ha avvertito che le case del LTC sono in una “situazione di crisi totale” e che l’attuale risposta del governo alla pandemia è nella migliore delle ipotesi “reattiva” mentre per prevenire la diffusione del virus è disperatamente necessaria l’implementazione di misure proattive.

A dare un quadro fedele della situazione sono i numeri che ogni giorno dipingono una realtà spaventosa: con ben 39 anziani morti nel giro delle ultime ventiquattrore i decessi nelle 238 case nelle quali c’è un focolaio di Covid, salgono complessivamente a 3.428.

Il medico di ’Doctors for Justice in LTC’ ritiene che la situazione negativa è causata in parte dalle case a scopo di lucro dove esiste il rischio che un numero maggiore di residenti muoiano.

“Un grosso problema associato alla gestione da parte di privati è rappresentato dal personale. Il modo in cui queste aziende generano profitto è mantenendo poveri i loro operatori sanitari ed impiegando lavoratori part-time, che si spostano da casa a casa, cosa che assolutamente non dovrebbe essere consentita in questa fase della pandemia”, ha detto Arya.

Nella lettera il gruppo ha delineato le azioni che il governo dovrebbe mettere in atto “immediatamente” per affrontare i focolai di Covid-19 nell’assistenza a lungo termine.

Tra le iniziative da intraprendere senza perdere ulteriore tempo ci sono, ad esempio, l’assunzione di personale più qualificato, uno standard salariale minimo per il personale LTC in prima linea al passo con quello del settore ospedaliero, garantire che il 70% del personale di ciascuna casa sia impiegato a tempo pieno, stabilire partnership tra ospedali, team di assistenza primaria e tutte le case di LTC.

Inoltre è auspicata la fine della gestione privata di queste strutture, l’accelerazione dei tempi per la vaccinazione contro il Covid-19 di tutti i residenti e quando si renda necessario l’intervento dei militari. Sì, l’intervento delle forze armate come è già avvenuto nella prima ondata. Ma il governo da questo orecchio sembra non sentirci proprio.

I militari, secondo la ministra della Salute Christine Elliott in questo momento non sono necessari poiché esiste un sistema in atto per supportare queste case. “Ora abbiamo una connessione tra ospedali e case di cura a lunga degenza, gli ospedali si fanno avanti e aiutano le case di cura che stanno avendo problemi sia in termini di personale che di dispositivi di protezione individuale e quant’altro possono avere bisogno”, ha tagliato corto la Elliott.

Ma mentre la ministra Elliott risponde picche, la leader dell’NDP Andrea Horwath assicura il sostegno del suo partito all’associazione ’Doctors for Justice in LTC. “Il governo Ford si è tirato indietro e ha preso mezze misure nell’assistenza a lungo termine. Ci sono miliardi di dollari a disposizione del governo che non vengono spesi perché il signor Ford non vuole spenderli. Rifiuta le offerte di aiuti militari nelle LTC alle prese con orribili focolai di Covid-19 e protegge le società a scopo di lucro, consentendo loro di mettere i loro profitti davanti alla cura e alla qualità della vita degli anziani”, ha detto Horwath.

E non va dimenticato che oltre che nelle 238 case di cura a lunga degenza, focolai di Covid sono in corso al momento in 153 case di riposo per anziani nella provincia.

Grande preoccupazione desta il ceppo nuovo del Covid-19: la Simcoe Muskoka District Health Unit ha confermato che 99 persone sono risultate positive alla variante inglese del virus B117 inizialmente individuata alla Roberta Place, la casa di cura di Barrie dove 46 residenti sono morti mentre ancora infetti risultano essere 125 anziani e 92 membri dello staff. L’ufficiale sanitario dell’unità sanitaria Kingston, Frontenac e Lennox e Addington ha confermato la presenza di un caso della variante inglese del virus: la persona infetta, che si era recata nella zona di Simcoe-Muskoka, potrebbe essere stata infettata lì.

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