Nota diplomatica

Mercoledì di Rochester: Quattro Giorni

“Se solo Marx fosse ancora qui accanto a me per vedere tutto questo con i propri occhi!” A scrivere il commento estatico nel 1890 è stato Friedrich Engels, il co-autore del “Manifest der Kommunistischen Partei Il Manifesto del Partito Communista – nella prefazione di una nuova edizione dell’opera apparsa originariamente nel 1848. La “meraviglia” che Karl Marx, morto sette anni prima, non fu in grado di vedere è la prima giornata internazionale dei lavoratori, il Primo Maggio per l’appunto, del 1890.

“Oggi, come scrivo queste righe – Engels prosegue – il proletariato europeo e americano… si mobilita per la prima volta come un unico esercito, sotto un’unica bandiera, per uno scopo unico e immediato”. Quello scopo non era la rivoluzione, né tantomeno l’abolizione della proprietà privata. Piuttosto, si trattava dell’inizio della lotta per ciò che allora sembrava la “settimana corta”, quella di cinque giorni di lavoro per otto ore ciascuno.

I “lavoratori” vinsero e, indipendentemente dalle posizioni politiche, dobbiamo ringraziare il proletariato “rosso” dell’epoca vittoriana per l’attuale ritmo di lavoro settimanale – e, di conseguenza, per il concetto di “weekend”… Qualcosa lo dobbiamo anche a un grande capitalista, Henry Ford, l’industriale dell’automobile americano che dimostrò su larga scala la validità della proposta, pur essendo tutt’altro che di sinistra.

Da allora, specialmente a partire dagli Anni ’30, molti studiosi e attivisti proposero un’ulteriore riduzione della settimana lavorativa, in qualche modo in linea con l’incrementata produttività della forza di lavoro. Nel 1928 il celebre economista John Maynard Keynes, tenendo conto dei progressi tecnologici, aveva perfino ipotizzato una settimana lavorativa di sole 15 ore “entro un secolo”. Al secolo ci siamo, o quasi, ma della settimana di due giorni non c’è ancora traccia…

La diffusione dell’Work From Home durante la pandemia Covid ha rinnovato l’interesse per la flessibilità nell’organizzazione del lavoro, compresa l’adozione della settimana “corta” di quattro giorni. Diversi paesi hanno iniziato a sperimentare il concetto a livello nazionale, tra gli altri: Spagna, Nuova Zelanda, Finlandia e Giappone. Perfino l’India prevede l’avvento della settimana corta – ma a modo suo, quattro giorni di dodici ore, cioè, una “rivoluzionaria” settimana da 48 ore…

In Europa invece, il dibattito al riguardo pare improvvisamente essersi chiuso. Le nuvole nerissime relative all’andamento economico del prossimo futuro sembrano aver messo “fifa” alle aziende e a non pochi lavoratori, che temono di vedersi ridurre la paga in conseguenza della riduzione delle giornate lavorate.

Si direbbe che per la settimana di quattro giorni – e il weekend di tre – dobbiamo attendere ancora un po’…

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