TORONTO - Se fino a poco tempo fa l’incubo del governo Ford era il Cupe, adesso a destare grandi preoccupazioni è l’Osstf.
Il governo del premier dell’Ontario Doug Ford è riuscito a raggiungere un accordo dell’ultimo minuto all’inizio di questo mese per evitare uno sciopero da parte degli operatori di supporto scolastico aderenti al Canadian Union of Public Employees (Cupe).
La minaccia di una serrata ora arriva dall’Ontario Secondary School Teachers’ Federation (Ossft) che annovera 60mila membri in tutta la provincia, tra i quali insegnanti delle scuole superiori pubbliche, insegnanti occasionali, assistenti educativi: il presidente del sindacato Harvey Bischof ha affermato che la votazione dei membri inizierà il 22 ottobre e terminerà il 15 novembre.
Gli incontri con la provincia, cinque finora, non hanno portato da nessuna parte. In una nota ai membri Bischof ha detto che, sebbene i colloqui continuino, il gruppo di contrattazione provinciale “non è preparato a impegnarsi in discussioni significative. Anche sulla scia dei recenti sviluppi nel settore dell’istruzione, il team di negoziatori non ha presentato nuove proposte su questioni sostanziali”.
«Il governo afferma di voler risolvere rapidamente questi negoziati, ma fin dall’inizio non ha fatto nulla per accelerare il processo e ora si sta anche rifiutando di discutere temi importanti al tavolo delle trattative - ha detto Bischof - hanno ritardato l’inizio della contrattazione di due mesi e da allora continuano a mettere ostacoli davanti a noi».
Lenti e frustranti: con questi due aggettivi il sindacato degli insegnanti delle scuole superiori descrive le trattative che si sono protratte per cinque giorni.
Per riuscire a firmare un accordo con i docenti il premier Ford e il ministro Lecce dovranno, pur se malincuore, aprire di nuovo il salvadanaio. La quantità di denaro coinvolta rende questi colloqui contrattuali molto più impegnativi di quelli con il CUPE.
Il divario negoziale tra la provincia e i tre sindacati principali degli insegnanti - l’Ontario Secondary School Teachers’ Federation (OSSTF), l’Ontario English Catholic Teachers’ Association (OECTA) e l’Elementary Teachers’ Federation of Ontario (ETFO) - è di quasi un miliardo di dollari. Tale divario riguarda principalmente i docenti delle scuole superiori.
La questione fondamentale al tavolo delle trattative è il piano del governo di aumentare le dimensioni medie delle classi, mossa che significherebbe circa 10mila posti di insegnamento in meno entro i prossimi quattro anni.
La richiesta dell’Ossft - che il sindacato stesso ha voluto rendere pubblica - è quella di mantenere la grandezza media delle classi come quella dell’anno scorso.
Charles Pascal, ex viceministro della pubblica istruzione, prevede che le trattative del governo Ford con gli insegnanti non otterranno il risultato sperato. «I negoziati con l’OSSTF sono estremamente difficili - ha detto Pascal - sono molto più faticosi perché la posta in gioco per il governo è molto più alta». Nessuno dei sindacati degli insegnanti potrà iniziare uno sciopero legale prima del 21 ottobre.
La domanda chiave per quando la contrattazione degli insegnanti raggiunge il momento critico è quindi una: quanto Ford e Lecce saranno disposti a spendere per raggiungere l’obiettivo che si sono prefissi cioè quello di mantenere i bambini “in classe, il luogo a cui appartengono?