TORONTO - La settimana scorsa il mondo è rimasto scioccato dalle notizie che giungevano dal Messico, dove una famiglia di mormoni statunitensi - tre donne e nove bambini - veniva sterminata da un’orda di barbari assassini al soldo dei narcotrafficanti.
Solo nei primi sei mesi del 2019, in Messico sono state uccise ben 17.608 persone, tra civili, politici, amministratori pubblici, poliziotti, militari e - nella gran parte - membri dei cartelli del narcotraffico che si contendono il commercio e la distribuzione della droga, soprattutto della cocaina.
Una vera e propria guerra civile per la polvere bianca, la "neve". Ma chi sniffa tutta questa droga? Dove finisce? Negli Stati Uniti, in Canada, in Italia ed in gran parte dell’Europa.
Secondo il Global Drug Survey 2018, Italia e Canada si contendono il secondo posto nella classifica dei Paesi - in rapporto alla popolazione - col maggior consumo di cocaina di tutto il mondo. E le quantità di cui parliamo sono incredibili.
I carichi di cocaina bloccati nelle dogane del Vecchio Continente hanno fatto segnare un aumento senza precedenti.
Secondo l’European Investigative Collaborations, quest’anno il conto complessivo potrebbe sfiorare le 200 tonnellate, contro le 150 del 2018.
Nei soli porti italiani, dal primo gennaio al 31 ottobre, ne sono state sequestrate più di cinque tonnellate. Il 168 per cento in più rispetto al 2018.
Da Roma a Berlino, da Zurigo a Parigi e Londra il consumo di droga è d’altronde in continua crescita e aumentano di conseguenza anche gli affari delle organizzazioni criminali.
In base alle stime dell’Europol, su scala globale il business della cocaina vale ricavi per almeno 300 miliardi di euro l’anno per una produzione complessiva stimata intorno alle 2 mila tonnellate, di cui 700 finiscono in Europa, mentre il resto va quasi per intero a rifornire il mercato Nordamericano.
L’enorme afflusso di droga proveniente dall’America latina - in primo luogo dalla Colombia e dal Messico - ha finito per modificare anche la geografia dei traffici.
In Italia, al porto di Gioia Tauro si sono aggiunti altri scali come Genova e Livorno. Nel capoluogo ligure, a gennaio, era stato intercettato un carico di 2 tonnellate, il singolo sequestro più ingente degli ultimi 25 anni.
I narcotrafficanti internazionali gestiscono le spedizioni di cocaina su porti diversi.
I carichi provenienti dal Sud America vengono suddivisi su due principali rotte verso l’Europa. Una conduce ai porti spagnoli di Algeciras, Valencia e Barcellona. L’altra verso Rotterdam ed Anversa, dove nel 2018 sono state bloccate ben 51 tonnellate di cocaina.
In Canada, l’ingresso principale di cocaina nel Paese è il porto di Montreal.
Giorgio Mitolo