Omar Khadr tra risentimento e misericordia
Omar Khadr tra risentimento e misericordia
TORONTO – Il governo Canadese, venerdì scorso ha ufficialmente chiesto scusa ad Omar Khadr per il ruolo svolto dai servizi di sicurezza canadesi negli abusi da lui sofferti
come minorenne mentre era prigioniero dell’esercito USA nel campo di detenzione americano di Guantanamo in Cuba. Il governo ha pagato $10,5 milioni per chiudere l’azione giudiziaria intentata da Khadr per la violazione dei suoi diritti come cittadino canadese. Khadr aveva chiesto ai giudici $20 milioni di danni.
La somma di $10,5 milioni pagata a Khadr ha scatenato un dibattito che ha diviso l’opinione pubblica rivelando il ventre molle della psiche canadese che da motivo di riflettere.
Il governo canadese ha chiarito ora che non aveva scelta. Le corti canadesi si sono pronunciate ripetutamente contro l’ostinata protervia del governo, contro Khadr.
Per la Corte Federale nel 2007 il governo aveva violato le leggi internazionali. Per la Corte Suprema nel maggio 2008 il governo aveva violato l’articolo 7 del Charter of Rights. Nell’aprile 2009 per la Corte Federale erano stati violati i diritti di Khadr. Finalmente nel gennaio 2010 la Corte Suprema emise la sentenza che chiariva che agenti del servizio segreto della sicurezza canadese (CSIS) “avevano violato le più fondamentali norme riguardanti i sospettati giovanili” partecipando ad interrogatori “abusive” mentre era in prigione nel carcere americano di Guantanamo .
Il Ministro della Pubblica Sicurezza Ralph Goodale ha chiarito che la Corte Suprema aveva stabilito “chiaramente ed inequivocabilmente il comportamento errato (wrong) degli ufficiali canadesi”.
Anche il Ministro della Giustizia Wilson-Raybould ha detto che “i diritti di un cittadino canadese garantiti dal Charte of Rights sono stati violati e quindi il governo aveva il dovere di porre rimedio”.
Prima di essere interrogato dai Servizi Canadesi per tre settimane Khadr fu privato del sonno e costretto a cambiare cella ogni tre ore per renderlo più “disponibile a parlare”.
Nell’opinione pubblica, sulla vicenda Khadr, sono emersi due punti di vita.
Per la destra la legge deve proteggere i “buoni” e punire i “cattivi”. Punto di vista che però solleva dubbi come quando Donald Trump “suggerisce” all’ex capo della FBI James Comey di lasciar andare Michael Flynn, nell’intricata faccenda del Russiagate, perché è un “buon” uomo.
Per l’altro punto di vista, la legge definisce diritti e doveri di una società civile dove tutti i cittadini sono uguali. In Canada questo principio fondamentale di convivenza civile è sancito dalla Carta dei Diritti (Charter of Rights).
La risoluzione del caso Khadr da una parte ha scatenato una canea per i 10 milioni, ma non per la questione fondamentale dei diritti e dei doveri dei cittadini. Il leader Conservatore Andrew Scheer con logica contorta sostiene che dare milioni di dollari ad un terrorista condannato, è un’offesa al paese contro cui Khadr ha combattuto.
Idem l’ex ministro Conservatore Tony Clement anche lui preoccupato, ad orologeria, dei soldi dei contribuenti immemore dei fondi inutilmente spesi per il suo riding in occasione del G20. Non poteva mancare l’ex primo ministro Harper anch’egli immemore delle enormi somme spese per le battaglie processuali perse per combattere Khadr, cittadino canadese.
A 15 anni suo padre, membro di una organizzazione terroristica lo portò in Afganistan. Il 27 luglio 2002 fu ferito severamente nel villaggio di Ayub Keyl durante una battaglia con le truppe di occupazione americane, dove furono uccisi numerosi talebani. Khadr fu catturato e dopo breve detenzione in Afganistan fu spedito al carcere di Guantanamo, il prigioniero più giovane, ove fu accusato di aver lanciato una granata che uccise il sergente Christopher Scher.
Dalla seconda guerra mondiale, Khadr fu il primo e il più giovane ad essere processato da un tribunale militare per crimini di guerra commessi mentre era minorenne. Azione condannata dall’ONU e dai sostenitori dei diritti civili.
Sotto crudele ed indicibile pressione Khadr accettò di confessare per poter scontare la pena in Canada. Fu rilasciato nel 2015, mentre era in corso l’appello della sua condanna e dopo che la Corte d’Appello dell’Alberta negò la richiesta del Governo Harper che voleva impedire il rilascio.
Molti canadesi pensano che Khadr ha pagato con il carcere, sofferto forse ingiustamente, ha pagato per le difficoltà di trovare lavoro e inserirsi nella società. Lasciatelo vivere. Esiste anche il sentimento della compassione e della misericordia.
Odoardo Di Santo è un editorialista del Corriere Canadese. In passato è stato mpp nelle fila dell'Ndp
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