TORONTO – Nel 2006, lo sceneggiatore Marco Gianfreda ha scritto un cortometraggio Tana Libera Tutti, in cui un bambino di sei anni desidera ardentemente essere notato da una compagna di classe di nome Flavia. Quel film gli è valso una nomination ai David di Donatello nella categoria cortometraggio e una promettente piattaforma da cui lanciare la sua carriera di sceneggiatore. Facciamo un salto in avanti di quasi 20 anni e Gianfreda sta dirigendo il suo primo film, Tre regole infallibili, che è incentrato su un ragazzo adolescente che corteggia una ragazza, ancora una volta, di nome Flavia.
Il lungometraggio ha fatto il giro del circuito dei festival, facendo incetta di premi e menzioni speciali da Taormina a Roma nel 2024, e più di recente in Norvegia e nel Regno Unito. È ambientato in Sicilia ed è stato girato a Palermo, il che gli ha conferito un’atmosfera magica, da spiaggia. La bellezza selvaggia della costa nord-occidentale della Sicilia, il mix di speranza e malinconia che a volte solo le immagini del sud dell’Italia possono evocare, è lo sfondo perfetto per la storia di Gianfreda.
Un apatico quattordicenne Bruno (Guglielmo Aquaro) si confronta con l’ultima relazione amorosa della madre single e con una cotta per una compagna di classe che non sa come conquistare. Sua madre Claudia, interpretata da una delle attrici italiane più dotate e star di Cabrini, Cristiana Dell’Anna, è una madre determinata a imparare strada facendo come essere genitore. Ma il suo ultimo fidanzato Luca (Matteo Olivetti) diventa un canale di cambiamento nelle loro vite e lascia il pubblico a porsi altre domande per lungo tempo dopo la fine del film.
In effetti, è stato il finale del film ad attrarre Dell’Anna al progetto: “Mi piaceva l’idea non necessariamente del classico lieto fine, ma di una donna che in una scena simbolica si abbandona alle onde del mare e alla fine impara a nuotare e galleggiare da sola. Una donna che ha una crisi di identità ma che capisce che deve fare affidamento su se stessa per potersi innamorare veramente”.
La storia riunisce tre individui distrutti che, per una finestra temporale, creano insieme la magia, ognuno colmando un vuoto per l’altro. Luca come padre surrogato, che mostra a Bruno le corde dell’amore e dell’età adulta. Claudia come rivelazione per Luca, una donna che per lui dimostra finalmente il valore di una relazione impegnata. E Bruno come promemoria per tutti loro che la speranza è eterna, e che l’amore non è solo un gioco per i giovani, ma una ricerca gratificante per chiunque lo desideri.
Tre regole infallibili è il tipo di film dal quale i registi italiani hanno tratto insegnamento. Una storia personale e intima sull’importanza dell’amore e della famiglia, resa universale. L’ironia del titolo del film è che, per quanto i personaggi ci provino, le regole che si impongono alla fine crollano. E ciò che resta è la consapevolezza che le regole devono fallire affinché imparino qualcosa di se stessi.
Nelle immagini: una scena di “Tre regole infallibili” e, in basso, la locandina del film
Massimo Volpe, autore di questo articolo, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix