L’avventura di Ulisse attraverso l’Italia
TORONTO – L’attesissimo adattamento cinematografico dell’Odissea di Omero di Christopher Nolan ha appena concluso sei mesi di riprese, che includono scene girate nelle isole Egadi in Sicilia. In particolare, l’isola nord-occidentale di Favignana, una delle tre principali isole Egadi, è a quanto pare ben presentata nel film, e non solo per le sue acque turchesi e le sue grotte. La maggior parte degli storici concorda sul fatto che Favignana sia probabilmente l’ambientazione dell'”isola delle capre” di Omero, a causa del suo nome storico “Aegusa”, che in greco significa “isola delle capre”.
Nel poema epico di Omero, Odisseo e il suo gruppo di uomini viaggiarono per dieci anni tumultuosi, incontrando bestie soprannaturali, giganti, ninfe e incantatrici. Ma Omero scrisse anche di un'”isola delle capre”, una meta di sosta per la caccia quando le scorte scarseggiavano. Il formaggio e le capre rappresentarono un gradito diversivo e una distrazione per gli uomini, tanto che Odisseo scelse di lasciarne alcuni indietro prima di affrontare il gigante Polifemo.
Sebbene Omero la descriva come “terra fertile, buoni prati, un porto protetto e abitata solo da capre”, l’odierna Favignana è ironicamente priva di queste ultime. Le capre hanno lasciato l’isola. Ma il nome antico e i riferimenti storici suggeriscono comunque un forte legame tra i 24 libri di Omero che compongono l’Odissea e l’oasi delle Egadi. E grazie alla preferenza di Christopher Nolan per le riprese in esterni, il pubblico sta ricordando perché conoscere la storia è importante.
Mentre i grandi studios preferirebbero girare nei loro lotti per un processo di ripresa più controllato e prevedibile, la forma d’arte ne soffre inevitabilmente. Gestire le risorse ed evitare sfide come la pioggia o la scarsa luce naturale potrebbe essere più efficiente, ma un certo grado di realismo si perde. Ed ecco che entra in scena Nolan, che molti considerano il Kubrick di questa generazione.
Come il suo connazionale che ci ha regalato film come Arancia meccanica (1971), che metteva in risalto l’architettura brutalista di Thamesmead e della Brunel University, Barry Lyndon (1975), girato principalmente in Irlanda, e la sua inquietante e cruda rappresentazione della guerra del Vietnam in Full Metal Jacket (1987), Nolan porta il suo pubblico sull’isola delle capre, per la scena dell’isola delle capre di Omero.
Quando si diffuse la notizia delle location delle riprese, storici e appassionati di Omero notarono che alcune interpretazioni del poema epico dell’VIII secolo a.C. collocano il leggendario re di Itaca in Italia. Alcune tradizioni e interpretazioni collocano il suo incontro con la maga Circe, ad esempio, sull’isola di Ponza, al largo di Roma. Il luogo famigerato in cui Circe trasforma gli uomini di Ulisse in maiali. Inoltre, le Isole Eolie a nord della Sicilia sono comunemente associate all’isola di Eolo, il dio del vento che aiuta Ulisse nel suo viaggio.
Se le riprese in esterni siano mero piacere artistico o un valore aggiunto, in ultima analisi, dipende da chi le realizza. Ma il dibattito si risolve solitamente con una domanda: il film è destinato al consumo di massa o è arte? Con Nolan, tuttavia, non è mai così facile. Ha costruito una carriera sul collegamento tra arte e commercio. Ed è probabilmente l’uomo perfetto per realizzare questo progetto epico. Incrociamo le dita.
Traduzione in Italiano (dall’originale in Inglese) a cura di Marzio Pelù
Immagini per gentile concessione di Universal Pictures
Massimo Volpe, autore di questo articolo, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix