CITTÀ DEL VATICANO – La prima fumata dalla Cappella Sistina è stata nera. Dopo una lunga attesa, intorno alle ore 21 di stasera ora italiana, quando ormai stava facendo buio, è arrivato il “segnale” indicante che il nuovo Papa non è stato eletto.
Circa 50mila i fedeli presenti in Piazza San Pietro – tra la folla si vedeva anche una bandiera canadese (nella foto sotto, sulla destra) – per assistere all’evento e milioni le persone collegate via-tv o web da tutto il mondo che hanno seguito anche le fasi precedenti, come quando il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Diego Ravelli, ha intimato “Extra Omnes” (“Fuori Tutti”) per iniziare le operazioni di voto nella Cappella Sistina.
Applauso dei fedeli presenti in piazza a San Pietro subito dopo la chiusura del portone della Cappella Sistina. Molti hanno seguito il giuramento dei 133 cardinali, trasmesso su due maxi-schermi, in diretta-tv tv e sul web. Poi sulla piazza è sceso il silenzio.
Poche ore prima, oltre 5mila fedeli hanno assistito nella Basilica di San Pietro alla messa Pro eligendo Romano Pontifice, presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio. La messa è stata trasmessa dai media vaticani in undici lingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese, brasiliano, tedesco, polacco, cinese, arabo e vietnamita) e nella lingua dei segni in spagnolo. Un evento mondiale, già quello. Ma ancora di più lo è stato il momento della fumata, atteso per ore, sin dalla chiusura della Cappella Sistina cum clave (nella foto sotto).
Un’attesa che si ripeterà domani. Le cronache in diretta documenteranno gli esiti delle votazioni e le relative fumate, che saranno una a fine mattinata ed una a fine giornata se nere, o anche a metà mattinata o metà pomeriggio se dal comignolo della Sistina si leverà la fumata bianca.
Come prevede il “regolamento”, cioè la Costituzione Apostolica Universi Dominici Gregis, l’elezione del Papa “si tiene unicamente per scrutinio e per essere valida si richiedono almeno i due terzi dei suffragi, computati sulla base degli elettori presenti e votanti”.
Nel pomeriggio del primo giorno si è avuto un solo scrutinio; nei giorni successivi, “se l’elezione non si è avuta al primo scrutinio, si dovranno tenere due votazioni, sia al mattino sia al pomeriggio”.
La prima si può chiamare pre-scrutinio. I cardinali elettori riceveranno una scheda di forma rettangolare con su scritto, nella metà superiore “Eligo in Summum Pontificem“. Nella parte inferiore il cardinale dovrà “scrivere chiaramente, con grafia quanto più possibile non riconoscibile, il nome di chi elegge, evitando di scrivere più nomi, giacché in tal caso il voto sarebbe nullo, e piegando poi la scheda”. Nella seconda fase, lo scrutinio vero e proprio, ciascun cardinale, in ordine di precedenza, porta la scheda all’altare, “sul quale è posto un recipiente coperto da un piatto per raccogliere le schede”. Ogni cardinale pronuncia ad alta voce la formula di giuramento, depone la scheda nel piatto e la introduce nel recipiente. “Dopo che tutti i cardinali elettori avranno deposto la loro scheda nell’urna”, si procede al loro conteggio “prendendole in maniera visibile una ad una dall’urna e riponendole in un altro recipiente vuoto, già preparato a tale scopo” (ma “se il numero delle schede non corrisponde al numero degli elettori, bisogna bruciarle tutte e procedere subito a una seconda votazione”).
Al termine dello spoglio, “se nessuno ha raggiunto almeno i due terzi dei voti in quella votazione, il Papa non è stato eletto; se invece risulterà che uno ha ottenuto almeno i due terzi, si ha l’elezione del Romano Pontefice canonicamente valida”.
Subito dopo la revisione, tutte le schede – forate e legate insieme con un nastro rosso – devono essere bruciate, ma nel caso di una immediata seconda votazione “le schede della prima votazione saranno bruciate alla fine insieme con quelle della seconda votazione”. Verranno bruciati anche “gli scritti di qualunque genere”.
La “fumata” è una tradizione che serve a comunicare l’esito degli scrutini per l’elezione del nuovo Papa: la fumata nera indica la mancata elezione, quella bianca invece l’avvenuta elezione. Come sarà domani?
La star è il gabbiano sul tetto
CITTÀ DEL VATICANO – È stato un gabbiano la star della lunga attesa che ha preceduto la fumata di oggi: appollaiato sul tetto, a pochi metri dal comignolo, in posizione perfetta per le inquadrature televisive, si può considerare l’erede di una ricca tradizione: il 13 marzo 2013, poco prima del bianco che annunciò l’elezione di Papa Francesco, un altro esemplare si era posato sulla copertura della protuberanza da cui poi sarebbe uscito il fumo…
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