La lotta alla pandemia

Restrizioni, governo al bivio:
ipotesi stretta fino al 2 giugno

TORONTO – Iniziare con un graduale processo di riapertura dell’economia o andare avanti con le dure restrizioni anti Covid? È questo il nodo che il governo provinciale dovrà sciogliere nei prossimi giorni, in vista della scadenza dell’attuale obbligo di rimanere a casa – che termina in Ontario il 20 maggio – e la parallela lunga lista di misure restrittive messe in piedi ad aprile per fare fronte all’impennata dei casi.

Il premier Doug Ford non si è sbilanciato sulle prossime mosse dell’esecutivo, ma si fa sempre più largo l’ipotesi di un prolungamento della stretta fino al 2 giugno, con la proroga delle restrizioni in vigore per altre 2 settimane. Ieri anche la ministra della Sanità Christine Elliott ha fatto capire che nel governo sta prevalendo la linea della prudenza, sulla base anche delle raccomandazioni del comitato tecnico scientifico.

Di certo il contesto è mutato rispetto alla piena emergenza del mese scorso. Negli ultimi dieci giorni in Ontario si è registrato un incoraggiante rallentamento della curva epidemiologica: sono scesi abbondantemente i nuovi casi giornalieri dopo il picco di metà aprile, così come si sono stabilizzate le ospedalizzazioni e in ricoveri in terapia intensiva. Il dato più significativo, in generale, è comunque rappresentato dall’allentamento della pressione e del peso sull’intero sistema sanitario provinciale provocati dalla pandemia di Covid-19.

Oltre a ciò, sta aumentando il ritmo della campagna di immunizzazione di massa, grazie alla crescita progressiva delle forniture di dosi – anche questa settimana ne arriveranno in Ontario oltre 800mila dalla sola Pfizer, più svariate altre centinaia di migliaia da Moderna e AstraZeneca – e alla parallela diminuzione dell’età minima per poter prenotare la propria vaccinazione: a partire ad giovedì, potranno farlo tutti coloro che risiedono in provincia e che hanno almeno 40 anni di età.

In alcune zone – come la York Region – il limite minimo è molto più basso, in altre – come la Peel Region – la discriminante rappresentata dall’età è sparita completamente: basta essere maggiorenni.

Detto questo, bisogna aggiungere che l’emergenza non è finita. I virologi continuano a invitare alla prudenza: non avrebbe senso bruciare in un colpo solo tutti i progressi fatti in queste settimane per affrettare la riapertura dell’economia.

Secondo gli esperti, il governo dovrà adottare l’approccio della gradualità: non tutto e subito, ma un lento e prudente processo di riavvio dell’economia che dovrà andare di pari passo con la campagna di vaccinazione provinciale. In questo contesto un discorso a parte merita la scuola. Il governo per ora non ha annunciato nulla di ufficiale ma è del tutto evidente che una decisione sia stata presa: è probabile che i ragazzi finiranno questo anno scolastico con la didattica a distanza, per poi tornare in classe il prossimo anno, in concomitanza con l’avvio del nuovo anno accademico.

Per allora il quadro potrebbe essere migliorato: da un lato con la vaccinazione dei docenti, dall’altro con quella dei ragazzi compresi nella fascia d’età 12-16 anni. Ma su questo il governo deve ancora dare indicazioni precise.

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