Canada

Incendi nelle Praterie: i rischi legati al fumo per Toronto e la GTA

TORONTO – Visto che il fumo emanato dagli incendi boschivi che stanno bruciando le Praterie sono già arrivati addirittura in Europa, potrebbero esserci rischi per la qualità dell’aria a Toronto e nella GTA?

La meteorologa di Environment Canada Barbara Lapido ha dichiarato a CTV che molte persone nel Sud dell’Ontario potrebbero vedere cieli velati ed albe e tramonti dai riflessi rossastri nei prossimi due giorni.

“Parte di quel fumo (derivante dagli incendi boschivi) viene in qualche modo trasportato nel Sud dell’Ontario, ma non ne influenza la superficie”, ha affermato la Lapido: ecco perché non sono in vigore allerte sulla qualità dell’aria per questa parte dell’Ontario. Il Nord dell’Ontario è invece più colpito dal fumo degli incendi, come conferma anche il direttore del Southern Ontario Centre for Atmospheric Aerosol Research. “Da lunedì sera è migliorato, ma il livello di particolato nell’aria è ancora, direi, da sei a otto volte superiore a quello di Toronto”, ha affermato Greg Evans.

Non a caso, in quelle aree dell’Ontario l’allerta-fumo è invece attiva, così come in un’area del Quebec ed in diverse zone di altre cinque province: Alberta, British Columbia, Manitoba, Saskatchewan e Territori del Nord-Ovest (seguite gli aggiornamenti qui).

Le particelle microscopiche del fumo, formalmente chiamate “particolato”, contribuiscono a determinare il livello di inquinamento dell’aria, influenzando di conseguenza l’indice di qualità dell’aria stessa (AQHI). “Quando ce n’è un’alta concentrazione, si crea una foschia: una volta che si inizia a vedere questa foschia, significa che le concentrazioni sono piuttosto elevate”, ha spiegato Evans.

Jeff Brook, professore associato presso la Dalla Lana School of Public Health, ritiene che ciò che si sta osservando ora riguardo agli incendi boschivi sia “un indicatore della potenziale preoccupazione per l’estate”.

“So che le previsioni estive indicano un caldo e una siccità considerevoli nel Canada occidentale, il che significa che sarà una lotta continua per gestire gli incendi”, ha detto Brook a CTV. “Possiamo aspettarci cieli lattiginosi ad intermittenza”. L’energia emanata dagli incendi boschivi può spingere le particelle fini abbastanza in alto nell’atmosfera terrestre e nella corrente a getto, afferma ancora Brook, portandole molto lontano. “L’intensità degli incendi in Manitoba e Saskatchewan ha contribuito a questo”, ha detto Brook, ricordando che proprio in questi giorni il fumo degli incendi boschivi canadesi ha attraversato l’Atlantico verso l’Europa. Come abbiamo scritto nell’edizione di ieri, infatti, il Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) ha monitorato i pennacchi di fumo canadesi fino all’Europa, con ulteriori “ondate” previste per i prossimi giorni.

Sebbene sia difficile prevedere come il fumo degli incendi boschivi delle Praterie continuerà a colpire le regioni limitrofe nelle prossime settimane, Greg Evans afferma che dipenderà dalla direzione del vento, che a sua volta dipende in gran parte dalla direzione della corrente a getto, una stretta corrente d’aria negli strati superiori dell’atmosfera. Un vantaggio per Toronto e l’Ontario meridionale, osserva Evan, è che il clima primaverile è iniziato più tardi in questa stagione. “Abbiamo avuto tempo piovoso e più freddo nel Sud dell’Ontario, e questo perché ci troviamo sul lato settentrionale della corrente a getto, mentre nell’Ovest hanno avuto un clima molto caldo”, spiega Evans. “Quindi, lo svantaggio di avere questa primavera tardiva è stato in realtà vantaggioso per noi, in termini di prevenzione delle nubi di condensazione”.

In caso di future allerte per la qualità dell’aria a Toronto, qualora l’AQHI diventasse troppo alto, Barbara Lapido consiglia di evitare l’esercizio fisico e di trascorrere più tempo in casa con le finestre chiuse.

Ci sono anche impatti a lungo termine derivanti dall’inalazione di elevate quantità di particolato proveniente dal fumo degli incendi boschivi, qualora rimanga nell’aria per un certo periodo, osserva a sua volta Evans. “Gli effetti a lungo termine sono numerosi. Sono sia cardiaci, quindi la vulnerabilità agli infarti, la vulnerabilità agli ictus, la vulnerabilità ai problemi respiratori”, afferma Evans. “Più recentemente, sono state fatte correlazioni con la salute riproduttiva, lo sviluppo cognitivo, la salute neurologica, il cancro, in generale”. Il fuoco brucia, ma il suo fumo rischia di fare ancora più male. In modo più subdolo.

Nella foto in alto, un incendio in Alberta (foto da Twitter X – @AlbertaWildfire)

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