Immigrazione

Uno scorcio di mare
come capsula del tempo

Proseguiamo la pubblicazione degli articoli dedicati all’immigrazione italiana in Canada, che prendono spunto dalla storia degli oggetti che gli emigrati hanno portato con sé nel viaggio dal Belpaese alla nuova terra. L’iniziativa rientra nel progetto “Narrarsi altrove, viaggio tra i cimeli e i luoghi dell’anima” della poetessa Anna Ciardullo Villapiana e docente Stella Paola con la collaborazione di Gabriel Niccoli, professore emerito dell’Università di Waterloo.

WATERLOO – Mario, di origine greca, dopo essersi laureato, nel 1989 si è trasferito in Canada, all’età di ventitré anni. Qui ha conseguito un PHD che gli ha permesso di diventare professore universitario. Da quando si è sposato con Elisabetta, proveniente da Roma, si è completamente immerso nella cultura italiana, imparando la lingua alla perfezione, viaggiando spesso ed estendendo le sue conoscenze anche nell’ambito dell’arte e della storia. Così facendo ha acquisito tutti i requisiti che gli permettano di ottenere la cittadinanza italiana.

Lasciando Atene, ha portato con sé nella valigia uno scorcio di mare (nella foto sopra) dipinto da sua zia Jan Francois dal balcone della sua residenza estiva, datato 1986. Vi è rappresentata l’isola Eubea, con la montagna innevata di Dirfys, e lo stretto di Euripo, dove le correnti cambiano direzione ogni dodici ore.

La tradizione greca e quella italiana sono connesse da sempre, non solo per le colonie greche sparse nel territorio italiano, ma anche per un certo feeling culturale, come viene enfatizzato dai grandi capolavori cinematografici su questo argomento “Il mandolino del capitano Corelli” diretto da John Madden e “Mediterraneo” diretto da Gabriele Salvatores. D’altra parte il mito di Eubea, (al quale si ispira il dipinto di Jan Francois) naiade delle sorgenti, dei pozzi e delle fontane di Calcide, rapita dal dio del mare Poseidone e trasformata in isola, nello stretto di Euripo, ricorda il mito di Cariddi e di Scilla, l’una costretta ad ingoiare e rigettare tre volte al giorno l’acqua del mare, l’altra a catturare coi suoi tentacoli le barche dei pescatori rendendo pericoloso, se non impossibile, il passaggio dello stretto di Messina.

Un passaggio pieno di pericoli, uno stretto in cui ci si sente braccati, a volte. È questo il viaggio che hanno affrontato e continuano af affrontare tanti eroi moderni, ai quali è stato dato il nome di “emigranti” ai quali poeti e scrittori attingono come ad un pozzo di ispirazione senza fondo.

Nel nostro caso la personificazione dei luoghi avviene attraverso un racconto artistico che, per Mario (nella foto sotto), si tinge dei colori e della luminosità di un mare che con le sue correnti e con il suo sciabordio batte sullo scoglio dei ricordi e li intrappola nello scrigno nascosto nelle profondità dell’animo.

Non più storie di metamorfosi ovidiane o viaggi omerici di personaggi mitologici rimasti intrappolati nei luoghi col loro carico di desideri inappagati e vendette da parte degli dei, Mario, come Glauco e come ogni emigrante mangia l’alga che lo trasforma in qualcos’altro, un semidio che culla il suo presente, come ha osservato il professore Niccoli “nello specchio liquescente delle sue partenze e dei suoi ritorni” attraverso un Atlantico che non è stato poi “così cattivo”.

L’oggetto per Mario rappresenta una “capsula del tempo”, uno scrigno appunto, in cui rimangono intrappolati i ricordi belli e quelli brutti dell’infanzia, della giovinezza e anche dei numerosi viaggi di ritorno. L’oggetto è custodito in casa di Mario a Waterloo in ricordo dei suoi luoghi di origine, di sua zia ormai novantenne e di un Mediterraneo che lega due culture così simili da confondersi: quella greca e quella italiana.

Anna Ciardullo Villapiana

Ecco la poesia di Anna Ciardullo Villapiana ispirata dalla storia di Mario.

La naiade di Calcide
rapita dal dio del mare
si è assopita coi suoi seni bianchi
tra le acque dello stretto di Euripo
dove le correnti cullano il suo dolore
cambiando direzione.
I tuoi occhi intrappolarono sulla tela
la magia di quel posto
che racchiude il tempo nello sciabordio dell’onda.
Un andirivieni di memorie,
corse in bici e baci
dolori che non fanno male,
gioie finite nel serbatoio del tempo
dove il paesaggio resta immobile,
immutato
come un mare dipinto
tra i contorni d’oro
di un trascorso avvenire.

Anna, Stella e Gabriel: tre prof alla ricerca delle radici italiane

TORONTO – Le professoresse Anna Ciardullo Villapiana e Stella Gualtieri Paola stanno lavorando con entusiasmo e passione al progetto fra storia, cultura e poesia che si propone di raccontare, in modo nuovo, le tante vicende che hanno avuto come protagonisti, spesso silenziosi e sconosciuti, i tantissimi connazionali arrivati in Canada dal Belpaese.

Vicende che le due insegnanti conoscono bene, essendo entrambe di origine italiana e residenti in Canada.

Stella, la cui famiglia proviene da Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza, Calabria, è nata in Sault Ste. Marie, Ontario, e vive con suo marito a Waterloo. Insegna alla Resurrection Catholic Secondary School e per lei l’insegnamento è molto più che lavoro. È una vocazione profonda. Si impegna tantissimo ad aiutare gli studenti a scoprire se stessi attraverso qualsiasi curriculum – religione o lingue. Nella scoperta della sua Italianità, Stella si è dedicata allo studio della diaspora proprio come la sua collega e poetessa Anna Ciardullo Villapiana.

Anna, nata a Cosenza dove ha vissuto per circa trent’anni, nel 2003 si è trasferita in Canada dove, sposata, con due figli, ha iniziato la carriera di insegnante di Italiano e di interprete e dove ha potuto coltivare una passione che la accompagna fin dall’adolescenza: quella per la poesia. Qui, infatti, Villapiana ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Percorsi Interiori” nel 2007, seguita nel 2015 da “Frammenti di Luce” e nel 2018 da “Al di là del mare, Dialoghi DiVersi”. Socia di AICW (Association of Italian Canadian Writers) ha partecipato a molte iniziative per la conservazione della lingua e tradizione italiana nella realtà canadese notoriamente multiculturale ed è co-chair della commissione ICAP (Italian Canadian Archives Project) che opera nel territorio di Kitchener (dove Anna vive), Waterloo e Cambridge.

E proprio questo suo percorso nell’Italianità l’ha portata a elaborare, insieme a Stella ed al professor Gabriel Niccoli, professore emerito all’Università di Waterloo, il progetto in questione che, come avevamo annunciato una settimana fa, trova adesso spazio nelle pagine del Corriere Canadese: ogni settimana, dunque, il nostro giornale potrà raccontare storie di immigrazione dall’Italia, partendo da un oggetto caro a chi è partito, per scelta o necessità, spesso lasciando “pezzi” di cuore nel Belpaese ma a volte portandosene qualcuno con sé.

Da queste storie, Villapiana si è lasciata ispirare per comporre poesie, sia in Italiano che in Inglese, intense ed emozionanti, che pubblicheremo insieme ai racconti degli emigrati.

Qui sotto, il trailer del progetto, realizzato con poesie di Anna Ciardullo Villapiana, letture di Gianluca Lalli e Stella Paola e musiche di Francesco DeGregori, Gianluca Lalli e Juneyt.

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