Immigrazione

Una coperta nuziale
per volare sui sogni

Proseguiamo la pubblicazione degli articoli dedicati all’immigrazione italiana in Canada, che prendono spunto dalla storia degli oggetti che gli emigrati hanno portato con sé nel viaggio dal Belpaese alla nuova terra. L’iniziativa rientra nel progetto “Narrarsi altrove, viaggio tra i cimeli e i luoghi dell’anima” della poetessa Anna Ciardullo Villapiana e della docente Stella Paola, con la collaborazione di Gabriel Niccoli, professore emerito dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’Italian-Canadian Archives Project (ICAP), network nazionale sotto i cui auspici opera il suddetto studio poetico.

KITCHENER – Un oggetto emblematico la coperta che copriva il letto nuziale di Giovanni ed Elvira La Fratta il 9 Agosto 1957, data del loro matrimonio avvenuto a Cosenza. La coperta di seta blu a distanza di sessantacinque anni è approdata a Kitchener, dove Anna la custodisce come un dono prezioso. Quando le è stata regalata era già danneggiata, c’erano strappi, tarli, e delle macchie, ma per  Elvira era importante affidarla ad Anna, a chi “le avrebbe dato il giusto valore”, come disse lei stessa. La coperta cela tra le sue pieghe la storia d’amore di due corpi amanti che si assopirono l’uno accanto all’altro, notte dopo notte. Cela il sacrificio del fratello di Elvira, Eugenio, che si indebitò per comprarla, insieme ad una dote dignitosa.

Elvira La Fratta e Giovanni il 9 Agosto del 1957

Elvira era una donna emancipata, indipendente, si era sposata all’età di ventisette anni, per quell’epoca era tardissimo, ma lei non si è accontentata del matrimonio combinato o del corteggiatore di turno, lei aspettava l’amore, e quando arrivò lo accolse con entusiasmo.
Elvira era molto elegante, cuciva i suoi vestiti, lavorava la lana. In una foto scattata a Milano, dove emigrarono dopo pochi mesi, si vede Elvira passeggiare accanto al marito tra le strade della capitale della moda, con un tailleur bianco, un cappello e i guanti, bella da sembrare un’attrice.

Dopo un decennio di vita milanese Giovanni, impiegato alle Poste Italiane, ottenne il trasferimento. I due tornarono a Cosenza, dove vissero insieme fino alla morte di Giovanni, nel 2002.

Nel 2011 Elvira si trasferì a Roma per raggiungere suo figlio Franco. Fu allora che svuotò la sua casa affidando oggetti, foto e ricordi ai suoi nipoti, ai suoi vicini, a chi ne avesse bisogno. Portò ben poco con sé, qualche libro, la sua macchina da cucire, i suoi vestiti.

Ormai ottantenne si spogliò di tutte le sue cose, lasciò la sua casa alle spalle, e con essa anche la sua coperta nuziale. Non aveva senso ormai avvolgere di ricordi un corpo vecchio e solo.

Elvira era molto legata ad Anna, era la sua madrina, l’acqua del battesimo scorreva come il fiume Eunoè, un fiume in cui si bagnarono entrambe per non dimenticare il loro rapporto speciale che né la distanza, né il passare del tempo, né la stessa morte sono riusciti a scalfire.

Anna ha dei bellissimi ricordi di sua zia, di quando la portava con sé al mare, nella sua Fiat 600, di quando si doveva fermare perché il radiatore si surriscaldava e il fumo le appannava gli occhiali. Vede ancora  le gocce di sudore che scendevano abbondanti dalla sua fronte nei caldi giorni d’estate.

Anna ricorda i suoi seni pesanti, quando da bambina vedeva sua zia spogliarsi, senza pudore, ricorda i suoi regali, ad ogni festa, ad ogni compleanno, ma soprattutto ricorda le sue parole, quel suo agitarsi, quella sua voglia di vivere e di sorridere che non perdeva neanche quando la vita le aveva riservato brutte sorprese. Ricorda il fumo delle sue sigarette, le sue unghie rosse, i suoi gioielli. Quell’esserle accanto in ogni momento.

Catullo nel carme LXIV, celebra in versi le nozze di Peleo e Teti, descrivendo le storie di miti ed eroi nascosti tra le trame e gli orditi della loro coperta di nozze. Elvira, come Arianna, “…ha nel cuore un mare infinito d’angoscia: cade dai biondi capelli la mitria squisita, cade il velo leggero che ricopriva il suo petto, cade la fascia fina che stringe il suo candido seno, tutto scivola dalle sue membra…”

Elvira si spoglia infine della coperta di nozze, si spoglia dell’amore e della vita per tornare al creatore con la sua generosità e con la luminosità dei suoi occhi azzurri che replicano le tinte di quella vecchia coltre.

Anna Ciardullo Villapiana

Ecco la poesia di Anna Ciardullo Villapiana ispirata dalla storia di Elvira La Fratta.

Il tuo amore mi avvolge
come l’orlo di una coperta
su un letto di nozze.
I seni nudi e le gocce di sudore
si asciugavano col tempo
al rumore di pioggia e canto.
Chissà se fumi ancora
creando macchie
nel respiro del cielo,
mentre le nuvole intorno agitano i pensieri.
Sei andata via scemando
lasciandomi quella coperta
che in tua assenza ho trasformato in cielo.
Mi aggrappo a lei e voliamo insieme sui sogni.
E nelle nostre notti di ciottoli e stelle
invitiamo Calliope a immergerci nell’Eunoè
e a battezzarci il capo.

Anna, Stella e Gabriel: tre prof alla ricerca delle radici italiane

TORONTO – Le professoresse Anna Ciardullo Villapiana e Stella Gualtieri Paola stanno lavorando con entusiasmo e passione al progetto fra storia, cultura e poesia che si propone di raccontare, in modo nuovo, le tante vicende che hanno avuto come protagonisti, spesso silenziosi e sconosciuti, i tantissimi connazionali arrivati in Canada dal Belpaese.

Vicende che le due insegnanti conoscono bene, essendo entrambe di origine italiana e residenti in Canada.

Stella, la cui famiglia proviene da Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza, Calabria, è nata in Sault Ste. Marie, Ontario, e vive con suo marito a Waterloo. Insegna alla Resurrection Catholic Secondary School e per lei l’insegnamento è molto più che lavoro. È una vocazione profonda. Si impegna tantissimo ad aiutare gli studenti a scoprire se stessi attraverso qualsiasi curriculum – religione o lingue. Nella scoperta della sua Italianità, Stella si è dedicata allo studio della diaspora proprio come la sua collega e poetessa Anna Ciardullo Villapiana.

Anna, nata a Cosenza dove ha vissuto per circa trent’anni, nel 2003 si è trasferita in Canada dove, sposata, con due figli, ha iniziato la carriera di insegnante di Italiano e di interprete e dove ha potuto coltivare una passione che la accompagna fin dall’adolescenza: quella per la poesia. Qui, infatti, Villapiana ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Percorsi Interiori” nel 2007, seguita nel 2015 da “Frammenti di Luce” e nel 2018 da “Al di là del mare, Dialoghi DiVersi”. Stimata socia dell’AICW (Association of Italian Canadian Writers) ha partecipato a molte iniziative e svariate conferenze per la conservazione della lingua e tradizione italiane nella realtà canadese notoriamente multiculturale. È inoltre co-chair della Waterloo Chapter Committee dell’Italian Canadian Archives Project (ICAP), una rete di beneficenza fondata per connettere e coinvolgere comunità, gruppi locali, individui, esperti e istituzioni pertinenti-come archive e musei- in tutto il Canada al fine di preservare e rendere accessibile il patrimonio italocanadese.

E proprio questo suo percorso nell’Italianità l’ha portata a elaborare, insieme a Stella, con la collaborazione del professor Gabriel Niccoli dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’ICAP, il progetto in questione che, come si era detto in precedenza, trova adesso spazio nelle pagine del Corriere Canadese: ogni settimana, dunque, il nostro giornale racconta storie di immigrazione dall’Italia, partendo da un oggetto caro a chi è partito, per scelta o necessità, spesso lasciando “pezzi” di cuore nel Belpaese ma a volte portandosene qualcuno con sé.

Da queste storie, Villapiana si è lasciata ispirare per comporre poesie, sia in Italiano che in Inglese, intense ed emozionanti, che pubblicheremo insieme ai racconti degli emigrati.

Qui sotto, il trailer del progetto, realizzato con poesie di Anna Ciardullo Villapiana, letture di Gianluca Lalli e Stella Paola e musiche di Francesco DeGregori, Gianluca Lalli e Juneyt.

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