Francesco e la sua sciabola
riposta per amore

di corriere canadese del 30 June 2022

Proseguiamo la pubblicazione degli articoli dedicati all’immigrazione italiana in Canada, che prendono spunto dalla storia degli oggetti che gli emigrati hanno portato con sé nel viaggio dal Belpaese alla nuova terra. L’iniziativa rientra nel progetto “Narrarsi altrove, viaggio tra i cimeli e i luoghi dell’anima” della poetessa Anna Ciardullo Villapiana e della docente Stella Paola, con la collaborazione di Gabriel Niccoli, professore emerito dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’Italian-Canadian Archives Project (ICAP), network nazionale sotto i cui auspici opera il suddetto studio poetico.

WATERLOO - “Se non ci vado adesso non ci vado più”, disse Arcangelo, a fine estate del 2014, accingendosi a varcare l’oceano per far visita a suo figlio, Francesco Robles, e a spendere un po’ di tempo con i suoi cari nipoti. Arcangelo era un medico specialista, un urologo, che esercitava la sua professione a Frosinone. Quelle parole, sfortunatamente, si tinsero di un tono tetro, profetico. Simile ai deliri mantici di Cassandra. Arcangelo, infatti, terminò il suo viaggio terreno poche settimane dopo averle pronunciate, morendo in Canada, sotto gli occhi di sua nipote Chiara, lasciando tutti addolorati e sconvolti.
L’oggetto di cui ci ha parlato Francesco, la sciabola (nella foto sopra), parte integrante dell’uniforme dei Carabinieri, è in parte legata al sentimento che lo lega a suo padre, in parte al rapporto con la terra madre. Arcangelo fu orgoglioso quando vide suo figlio indossare la stessa divisa del nonno Francesco, del quale già portava il nome. Si commosse fino alle lacrime. Francesco, d’altra parte era fiero di poter servire gloriosamente la patria.
Francesco ha iniziato i suoi studi all’Università La Sapienza di Roma. Pochi mesi dopo si è trasferito all’Università di Bari. A diciannove anni lo chiamarono a prestare servizio militare in aeronautica, a Borgo Piave, in provincia di Latina, nella Brigata Tecnica Addestrativa di difesa aerea. Successivamente si trasferì ad Aosta, nelle vesti di Ufficiale di Complemento degli Alpini. Poi scelse di arruolarsi nell’arma dei Carabinieri. Dopo aver completato gli studi divenne Ufficiale dei Carabinieri del Battaglione Lazio. Qui, spesso, prestava servizio in alta uniforme, indossando il mantello, gli stivali da monta, la sciabola, la dragona. A volte nel suo ruolo di ufficiale di picchetto, a volte di carabiniere a cavallo. D’altra parte l’abito era importante. Uno dei suoi maestri, il colonnello Peratoner, soleva dire “la forma è l’espressione della sostanza “. Gli accessori erano necessari per essere identificate le loro cariche, forse, a torto, anche più della sostanza dei loro pensieri, delle loro azioni.
Francesco (nella foto sotto), in forte disaccordo con la frase spesso citata dal colonnello credeva, al contrario, che non fosse l’abito a fare il monaco.
Francesco ha un ottimo ricordo della sua carriera militare, tranne di un episodio che ricorda con tristezza per la sua violenza. Si trovava a Roma, infatti, a San Giovanni Laterano, quando ci fu l’esplosione di due bombe, nel 1994. Era con la sua ragazza canadese Deleana, in vacanza dal Canada. Francesco non era di servizio, ma si precipitò sul posto dell’accaduto in pantaloncini e ciabatte per dare una mano ai suoi colleghi.
Tra Francesco e Deleana ci fu subito una grande intesa che presto divenne amore. Grande al punto da indurre Francesco a lasciare il suo paese, la sua famiglia, la sua carriera militare, e a trasferirsi a Waterloo nel 1996.  Qui Francesco iniziò a insegnare italiano e poi fece carriera nella Waterloo Catholic School Board dove lavora tuttora. Tra gli oggetti che ha portato in valigia nel suo viaggio in aereo nel 1996 c’erano la sciabola e la sua uniforme.
Cimeli di un passato glorioso a servizio della patria da mostrare ai suoi figli quando sarebbero cresciuti. Francesco, vestendosi d’amore, si è spogliato dell’elmo, della corazza di filigrana, e dei calzari e li ha conservati in broccati di seta, come l’eroe di un canto epico antico che ripone le armi alla fine della guerra e intraprende un viaggio che, per Francesco, non fu quello di ritorno. Un viaggio verso nuovi orizzonti che hanno capovolto completamente la sua vita, con tutte le difficoltà annesse al dover ricominciare da zero, difficoltà che Francesco ha affrontato con a fianco una donna forte, dolce, bella, e determinata. Quella di Francesco è come la storia dell’Ulisse di Kazantzakis, di un uomo moderno, inquieto, che fugge con Elena, a dispetto delle precedenti versioni del poema epico che lo ritraevano al ritorno a casa, da Penelope, riconosciuto dal cane Argo, che morì dopo averlo atteso per venti lunghi anni.
Anna Ciardullo Villapiana

Ed ecco la poesia di Anna Ciardullo Villapiana, ispirata dalla storia di Francesco Robles.

Giorni gloriosi
ad indossare il nome e gli stessi colori
del nonno, la stessa divisa.
Pendeva la dragona sui fianchi
o attorcigliata al polso
e la sciabola appesa ai pendagli
mi teneva compagnia nelle ore romane
dopo aver percorso i sentieri tortuosi d’Aosta.
Ti conobbi e seppi dal primo istante
che l’amore mi chiedeva di seguirti altrove.
Portai nella valigia la sciabola e l’uniforme
come cimelio.
Ti servo mia patria distante
appese ai pendagli
non corde né nappe
ma brandelli di ore lontane.

Anna, Stella e Gabriel: tre prof alla ricerca delle radici italiane

TORONTO - Le professoresse Anna Ciardullo Villapiana e Stella Gualtieri Paola stanno lavorando con entusiasmo e passione al progetto fra storia, cultura e poesia che si propone di raccontare, in modo nuovo, le tante vicende che hanno avuto come protagonisti, spesso silenziosi e sconosciuti, i tantissimi connazionali arrivati in Canada dal Belpaese.

Vicende che le due insegnanti conoscono bene, essendo entrambe di origine italiana e residenti in Canada.

Stella, la cui famiglia proviene da Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza, Calabria, è nata in Sault Ste. Marie, Ontario, e vive con suo marito a Waterloo. Insegna alla Resurrection Catholic Secondary School e per lei l'insegnamento è molto più che lavoro. È una vocazione profonda. Si impegna tantissimo ad aiutare gli studenti a scoprire se stessi attraverso qualsiasi curriculum - religione o lingue. Nella scoperta della sua Italianità, Stella si è dedicata allo studio della diaspora proprio come la sua collega e poetessa Anna Ciardullo Villapiana.

Anna, nata a Cosenza dove ha vissuto per circa trent’anni, nel 2003 si è trasferita in Canada dove, sposata, con due figli, ha iniziato la carriera di insegnante di Italiano e di interprete e dove ha potuto coltivare una passione che la accompagna fin dall'adolescenza: quella per la poesia. Qui, infatti, Villapiana ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Percorsi Interiori” nel 2007, seguita nel 2015 da “Frammenti di Luce” e nel 2018 da “Al di là del mare, Dialoghi DiVersi”. Stimata socia dell’AICW (Association of Italian Canadian Writers) ha partecipato a molte iniziative e svariate conferenze per la conservazione della lingua e tradizione italiane nella realtà canadese notoriamente multiculturale. È inoltre co-chair della Waterloo Chapter Committee dell’Italian Canadian Archives Project (ICAP), una rete di beneficenza fondata per connettere e coinvolgere comunità, gruppi locali, individui, esperti e istituzioni pertinenti-come archive e musei- in tutto il Canada al fine di preservare e rendere accessibile il patrimonio italocanadese.

E proprio questo suo percorso nell'Italianità l'ha portata a elaborare, insieme a Stella, con la collaborazione del professor Gabriel Niccoli dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’ICAP, il progetto in questione che, come si era detto in precedenza, trova adesso spazio nelle pagine del Corriere Canadese: ogni settimana, dunque, il nostro giornale racconta storie di immigrazione dall'Italia, partendo da un oggetto caro a chi è partito, per scelta o necessità, spesso lasciando "pezzi" di cuore nel Belpaese ma a volte portandosene qualcuno con sé.

Da queste storie, Villapiana si è lasciata ispirare per comporre poesie, sia in Italiano che in Inglese, intense ed emozionanti, che pubblicheremo insieme ai racconti degli emigrati.

Qui sotto, il trailer del progetto, realizzato con poesie di Anna Ciardullo Villapiana, letture di Gianluca Lalli e Stella Paola e musiche di Francesco DeGregori, Gianluca Lalli e Juneyt.

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